La gaffe sull’indice di trasmissibilità del Coronavirus da parte di Giulio Gallera, di cui TPI ha scritto ieri, non è l’unico punto della conferenza stampa di venerdì 22 maggio che ha suscitato l’insofferenza dei lombardi. Mentre presentava i dati sui contagi a livello regionale e i risultati dei test sierologici, infatti, l’assessore al welfare ha palesemente sminuito i risultati emersi da questi accertamenti. Uno schiaffo in faccia per chi, ad esempio, in questa tragedia ha perso i propri cari e, pur avendo manifestato sintomi riconducibili al Covid-19, non ha avuto ancora la possibilità di fare un tampone senza ricorrere ai privati.
L’assessore annuncia che in questa fase di “nuova normalità” è stato introdotto un sistema di verifica “molto tempestiva” per i casi sospetti di Covid-19. “Dall’11 maggio chi ha 37,5 di febbre viene segnalato dai medici di base, viene sottoposto a un tampone in tempi molto rapidi e, se positivo, viene messo in isolamento e vengono isolati i suoi contatti familiari e lavorativi. In due settimane abbiamo avuto più di 6mila segnalazioni dai medici di medicina generale”. Sappiamo bene, tuttavia, che in Lombardia c’è chi aspetta di poter fare un tampone per tornare in sicurezza al lavoro, e non può permettersi di farlo privatamente.
Continua Gallera: “Sulle persone che hanno avuto, come sapete, il Covid a domicilio e non sono state testate, o i contatti diretti di un soggetto positivo, abbiamo attivato il test sierologico di Regione Lombardia, finora abbiamo testato 42.681 cittadini, solo 14.530 sono risultati positivi”. Una parziale ammissione di colpa: ci sono state persone a casa che hanno avuto il Coronavirus e non sono state tamponate, quindi non rientrano neanche nelle statistiche ufficiali. Bene per i test sierologici, peccato che, come segnalato da TPI in molti casi (come quello raccontato da un avvocato di Seriate che ha perso il padre per Covid) le persone hanno dovuto ricorrere a quelli privati per sé e per i propri familiari, dovendo poi sostenere le spese di un tampone privato pur di tornare a lavoro. “So che ci sono degli arretrati”, ammette Gallera, “stiamo accelerando per esaurire questo basket di persone”. Po l’assessore va anche oltre, quando enuncia che, secondo lui, i risultati sono meno allarmanti del previsto. “Solo” il 58 per cento delle persone testate nella Bergamasca – parliamo di un dato che è di oltre la metà dei pazienti testati – è risultata positiva e ha quindi avuto il virus. Ci si aspettava, sostiene Gallera, che tutti risultassero positivi. Insomma, per prendere la questione sul serio e ammettere le colpe di Regione Lombardia, all’assessore serviva un 100 per cento di positivi.
Qui il video completo della conferenza stampa, trasmessa in diretta dalla pagina di Regione Lombardia.
La gaffe di Gallera sull’indice di trasmissibilità
Secondo quanto aveva dichiarato Gallera, oggi in Lombardia per infettarsi bisogna incontrare due infetti contemporaneamente. “0, 51 cosa vuol dire? Che per infettare me, bisogna trovare due persone allo stesso momento infette, e non è così semplice trovare due persone allo stesso momento infette per infettare me”, ha detto l’assessore. Quando è a 1 vuol dire che basta che incontri una persona infetta che mi infetto anche io”.
L’indice di trasmissibilità (Rt) è il parametro che misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva. Se è 1 vuol dire che un infetto infetta potenzialmente un’altra persona, quando è al di sotto di 1 ha invece un valore statistico. Gallera ha poi risposto con un video in cui se la prende con la stampa e l’opposizione: “Cari Majorino e TPI dormite sonni tranquilli”, ha detto, sostenendo che saremmo solo degli “pseudo giornalisti in cerca di visibilità”.
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