Si vendeva come il genio del marketing e della costruzione di personaggi su Instagram, ma raccontava un sacco di bugie. Le Iene hanno ricostruito così, ieri sera, la vita professionale di Mirko Scarcella, ex assistente e social media manager di Gianluca Vacchi, amico ed ex socio d’affari di Fabrizio Corona. Con Fabrizio Mirko riuscì a piazzare il marchio “farfallina di Belen”, pensò di registrare un bambolotto di nome Santiago, come il figlio di Belen e De Martino. De Martino che poi, secondo giornali dell’epoca, gli avrebbe dato un paio di pugni al supermercato.
Con Gianluca Vacchi, comunque, il rapporto di amicizia e lavoro c’è stato (lo testimoniano anche decine di foto dei due insieme). Qualcuno sostiene che poi, finito male, Vacchi lo abbia liquidato con rancore. Fatto sta che negli anni, grazie anche alla pubblicità avuta dal suo rapporto con Vacchi, a Scarcella si sono rivolti alcuni sconosciuti con lo scopo di diventare famosi e virali. E qui si apre un mondo sconcertante in cui vittime e carnefice sembrano parte dello stesso triste gioco.
Quello che inquieta infatti non è solo Scarcella e la sua fuffa venduta a caro prezzo, ma personaggi come Gianni che gli dà 270.000 euro per diventare una star sui social o l’artista Simone D’Auria che dice “la mia mission”, raccontando il suo scopo (la fama sul web) nel contattare Scarcella ( a cui ha “regalato” alcune sue opere più 20 000 euro). Una schiera di ingenuotti ambiziosi che si sono fatti incantare da frasi fatte, consigli chiaramente ridicoli, favolette per chi vuole illudersi che il successo sia un algoritmo. Favolette di chi crede sulla fiducia a uno che “io lavoro con le Kardashian”, “io lavoro con Trump” e così via, mentre intanto compra follower finti, inventa una schiera di dipendenti fantasma, crea falsi servizi tv per dimostrare la sua notorietà all’estero.
Tra gli estimatori di Scarcella, frugando nel suo passato, viene però fuori un personaggio inatteso. Uno che in effetti sulla comunicazione, negli ultimi mesi, è inciampato parecchie volte: Giulio Gallera. Ne è prova un post di Scarcella su Instagram in cui racconta che a 20 anni ha iniziato proprio con Gallera il suo percorso nella comunicazione.
In un altro post (questa volta sulla pagina di Gallera) del 2014 è Gallera che scrive: “Una GENIALE invenzione del mio AMICO Mirko Scarcella per ricordare a tutti l’assoluta coerenza dell’astro nascente Matteo Renzi!”. La geniale invenzione era un video intitolato “Passando per le elezioni non per gli inciucio di palazzo”, caricato su Social Channel, il vecchio sito di Scarcella che ora purtroppo non esiste più.
Quindi dietro la comunicazione di Gallera in passato ci sarebbe stato anche Scarcella. Della serie: finalmente si spiegano tante cose. Del resto, per fare un social media manager ci vogliono almeno 13 Mirko Scarcella. Non nelle vicinanze però. Possibilmente lontanissimo.
Ma come hanno potuto caderci tutti, si chiedono le Iene? Per colpa dei giornali e siti italiani come Wired, il Foglio, Libero e i tanti che lo hanno “pompato” come esperto e genio del web senza mai verificare nulla, rispondono le Iene. Vero. Un po’ come quelli che caddero nell’illusione di Stamina per colpa delle Iene. Potere (e danni) dei media.
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