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    “Gaia e Camilla non erano sulle strisce”: parlano i passeggeri dell’auto davanti a Genovese

    Secondo i conducenti della Smart che transitava su corso Francia al momento dell'incidente la notte del 21 dicembre, le due sedicenni hanno attraversato la strada a 150 metri dalle strisce pedonali

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 31 Dic. 2019 alle 10:54 Aggiornato il 31 Dic. 2019 alle 11:01

    “Gaia e Camilla non si trovavano sulle strisce”: il racconto dei testimoni

    Il mosaico di testimonianze relative all’incidente che la notte del 21 dicembre ha ucciso Camilla Romagnoli e Gaia Von Freyman si arricchisce di nuove voci, e cioè delle persone che quel sabato sera sono transitate proprio sul luogo dell’incidente.

    Secondo l’avvocato della famiglia Romagnoli, Cesare Piraino, il semaforo di Corso Francia non dispone della luce “gialla” per permettere ai pedoni di prepararsi all’arrivo del rosso, e per questo motivo le due sedicenni avrebbero attraversato quando la luce era ancora verde e si sarebbero ritrovate nel pieno del “rosso” quando ormai erano in strada.

    A quel punto, il Suv di Pietro Genovese le avrebbe investite.

    Ma il momento dell’impatto mortale è stato descritto dai conducenti a bordo delle auto che hanno attraversato la rampa d’immissione su via del Foro Italico prima di Genovese.

    Secondo due passeggeri al volante della Smart che si trovava dietro all’auto che ha frenato per far passare Gaia e Camilla, limitando la visuale di Genovese, le due erano lontano dalle strisce quando hanno attraversato.

    “Davanti a noi la strada era libera, più avanti più spostata a sinistra un’autovettura di colore grigio e piccole dimensioni stava marciando molto lentamente”, racconta al Messaggero Moshè David Rubin, che con la moglie, Joel Zanzuri, ha assistito all’impatto.

    “Avevo appena superato con luce verde il semaforo e stavo procedendo verso i Parioli, mi trovavo sulla corsia di centro. Quella di destra in quel momento era libera. Davanti a noi c’era un’autovettura di colore scuro che si è fermata in maniera brusca poco prima della rampa, anch’io ho rallentato, in quel momento mi sono accorto della presenza di due ragazze che, da destra, all’altezza dell’apice del guard rail che delimita la rampa di immissione su via del Foro Italico, stavano iniziando l’attraversamento a piedi, in un punto in cui non vi sono le strisce“, rivela il testimone.

    “Ho intuito che potesse succedere qualcosa di molto grave, infatti dopo pochissimi istanti è sopraggiunta sulla corsia alla mia sinistra un Suv a velocità sostenuta, che ha investito le due ragazze. Una è rimasta a terra sulla corsia centrale, l’altra sulla corsia di sinistra”, ha concluso.

    “Ho visto davanti a me, all’altezza della rampa, due ragazze che, tenendosi per mano, si immettevano sulla carreggiata da destra verso sinistra, approfittando del fatto che la corsia di destra di Corso Francia, che conduce ai Parioli, non ci fosse nessuno”, racconta la moglie di Rubin, Joel Zanzuri.

    “A quel punto la piccola auto grigia che ci precedeva ha ulteriormente ridotto l’andatura, non so se abbia frenato, comunque ha diminuito la velocità per agevolare il passaggio delle due ragazze”.

    A quel punto Gaia e Camilla si sarebbero messe a correre. “Hanno proseguito sulla carreggiata, senza accertarsi dell’eventuale sopraggiungere di altri veicoli. Nel momento in cui hanno impegnato la corsia di sorpasso sono state colpite da un’autovettura di grosse dimensioni che viaggiava a velocità sostenuta. Le ragazze sono volate in alto e rovinate al suolo più avanti”.

    Zanzuri specifica che il semaforo, in quel momento, “era verde per i veicoli”, a una distanza di circa 150 metri dalle strisce.

    Altri due testimoni, un autista Ncc e il conducente di  una minicar, sostengono invece che le due ragazze stessero attraversando sulle strisce pedonali. Ma lL loro visuale era diversa, perché viaggiavano nell’altra direzione di Corso Francia.

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