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    Gaia e Camilla investite in Corso Francia: Pietro Genovese chiede il patteggiamento

    Pietro Genovese, Gaia e Camilla

    La proposta della difesa è condizionata alla sospensione della pena

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 8 Giu. 2020 alle 08:43 Aggiornato il 8 Giu. 2020 alle 08:45

    Gaia e Camilla, Pietro Genovese chiede il patteggiamento

    Si chiamavano Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, le due ragazze di 16 anni morte investite lo scorso 22 dicembre a Roma. Alla guida dell’auto che le ha uccise nel tragico incidente di Corso Francia c’era il 20enne Pietro Genovese (figlio del regista Paolo). Il ragazzo, agli arresti domiciliari dal 26 dicembre e a cui il gip ha concesso di uscire di casa per andare all’università, ha chiesto di patteggiare la pena a due anni e sei mesi di reclusione per il duplice omicidio stradale. Presentata dagli avvocati Franco Coppi e Gianluca Tognozzi, la proposta di Genovese è subordinata alla sospensione della pena. Vale a dire niente carcere e nemmeno servizi sociali. Inoltre, il patteggiamento non è una sentenza di colpevolezza e si estingue dopo cinque anni. Se il pm Roberto Felici dovesse rigettare la proposta, allora i legali del ragazzo chiederebbe il rito abbreviato, condizionato all’ascolto di un testimone.

    Dai risultati degli accertamenti tossicologici avvenuti dopo l’incidente che ha provocato la morte di Gaia e Camilla, Pietro Genovese è risultato positivo con un tasso alcolemico dell’1,4 per cento, quasi tre volte il consentito. In aggiunta, il ragazzo quella notte in Corso Francia viaggiava a 90 chilometri orari. Quasi il doppio del limite previsto per quella strada. E, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, al momento dell’impatto, il giovane avrebbe usato il cellulare per inviare video.

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