Forse sarò malpensante io, ma mi sfugge sinceramente il motivo per cui la Rai, televisione pubblica finanziata dai cittadini che avrebbe il compito di educare al pensiero complesso e di non cadere nelle isterie sociali, abbia deciso di trasmettere in diretta il funerale del carabiniere ucciso a Roma, Mario Cerciello Rega, e abbia deciso di osservare un minuto di silenzio su tutte le sue reti, come pomposamente annunciato dal suo presidente, Marcello Foa.
Sia chiaro: la morte di un carabiniere (in circostanze che devono ancora essere chiarite) è un colpo allo Stato, oltre che un’immane tragedia, per cui non perderemo nemmeno tempo a rispondere a chi vorrebbe rovesciare ogni pensiero o osservazione in uno squallido gioco tra fazioni per cui non è possibile essere sia contro l’efferato omicidio sia contro la manipolazione che se ne sta facendo.
Mi chiedo però, e chiedo a chi di dovere, perché gli altri militari morti in servizio (e sono tanti, troppi, troppo spesso dimenticati) non abbiano avuto gli stessi onori e la stessa indignazione per ciò che è avvenuto a Roma nei giorni scorsi e perché le tante (troppe) morti di gente sul posto di lavoro passino in impietosa sordina.
Cosa differenzia questo omicidio dai molti che avvengono? Il risalto mediatico? La tempestività politica che permette di parlare d’altro? E se davvero è una questione politica, qual è la soluzione prospettata dal ministro che si dovrebbe occupare della sicurezza interna del Paese per evitare che si ripetano episodi del genere? Quali sono le misure che si intendono adottare per uomini che spesso rischiano la vita per le strade e che sono sottopagati e sottodimensionati? Davvero gli onori funebri dovrebbero ripagare di tutto? A posto così? E se davvero lo Stato si è messo in testa di onorare particolarmente un carabiniere rispetto agli altri (con il ministro Salvini che si presenta al funerale con camicia vacanziera e maniche arrotolate come a un aperitivo dopo il lavoro), perché ha deciso di farlo in questo preciso momento e non in altre occasioni? Ci sono morti di serie A e di serie B in base all’utilità del contesto? Il maresciallo Vincenzo De Gennaro o l’appuntato scelto Emanuele Anzini ve li ricordate? No, vero?
Allora sarebbe davvero interessante sapere da Foa e dalla dirigenza Rai, senza nessun intento polemico, quale scelta editoriale ci sia nella spettacolarizzazione di questa morte rispetto alle altre. Anche perché, in mancanza di risposte, potrebbe rimanere il dubbio che il fine ancora una volta sia quello di accendere lo scontro tra blocchi sociali per soffiare sulla brace e, se ci pensate, è esattamente l’opposto di quello che sono chiamati a fare i carabinieri.