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    Frecciarossa deragliato, procuratore: “Scambio fuori posizione, ipotesi errore umano”

    Il procuratore Domenico Chiaro afferma in conferenza stampa: "ipotesi dell’errore umano". Nella notte erano stati eseguiti del lavori

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 7 Feb. 2020 alle 08:14 Aggiornato il 7 Feb. 2020 alle 08:16

    Frecciarossa deragliato, procuratore: “Ipotesi errore umano”

    Gli investigatori della Polfer sono al lavoro per individuare le cause che ieri hanno portato al deragliato del treno Frecciarossa 9595 diretto a Salerno e partito da Milano centrale.

    L’incidente, avvenuto alle 5.35 del 6 febbraio è costato la vita ai due macchinisti del treno.

    Le indagini si stanno concentrando su uno scambio collocato al chilometro 166,771, a circa 300 metri dal luogo dell’impatto.

    Stando a quanto trapelato da fonti investigative, lo scambio “sospetto” è stato trovato in una posizione “errata” rispetto a quella in cui avrebbe dovuto essere: sembra che fosse aperto, anziché essere chiuso. Il treno è “deragliato all’altezza di uno scambio che doveva essere posto in una certa posizione e così non era”, ha confermato giovedì pomeriggio in conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Lodi Domenico Chiaro, che ha affermato: “Stiamo verificando l’ipotesi dell’errore umano”.

    Gli elementi raccolti da testimoni diretti e da fonti investigative fanno pensare esattamente a quello. All’errore di un tecnico. Lo scambio, infatti, è stato oggetto nella notte di un intervento di manutenzione da parte di una squadra tecnica composta da cinque operai di Rete Ferroviaria italiana, inviata dal Posto di movimento di Livraga, non lontano da Ospedaletto.

    Il treno deragliato è stato il primo a percorrere la tratta dopo i lavori. Il treno avrebbe percorso il tratto tra lo scambio, il cosiddetto “punto zero”, e il luogo dell’impatto in meno di cinque secondi.

    Lo scambio doveva essere chiuso nella posizione che consente di proseguire dritto, invece era aperto, e ha deviato il treno nel pieno della sua corsa sul binario secondario dove era in sosta il carrello giallo usato per la manutenzione da Rfi, l’ente che gestisce tutta l’infrastruttura ferroviaria.

    La motrice del convoglio, dopo essere uscita dai binari, è finita prima contro un carrello che si trovava su un binario parallelo, poi, ne ha urtato un altro e terminato la corsa contro una palazzina delle Ferrovie.

    Il treno, viaggiava di testa: anche la secondo carrozza si è staccata dal convoglio e ha proseguito la corsa per qualche decina di metri fuori dai binari, a un certo punto si sarebbe ribaltata. I binari sono pieni di resti del treno. L’impatto contro la palazzina è stato fortissimo.

    Il caposquadra e i quattro tecnici di Rfi sono stati già sentiti dagli investigatori, ma, a quanto si apprende, hanno negato di aver sbagliato il posizionamento dello scambio. “L’abbiamo lasciato nella posizione normale, non riusciamo a spiegarci”.

    La procura di Lodi, che indaga per disastro colposo, omicidio colposo e lesioni multiple, per adesso non ha iscritto nessuno nel registro degli indagati. Al netto di eventuali ammissioni, solo una perizia potrà accertare come, e perché, quello scambio era aperto.

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