Finto olio extravergine nei ristoranti della capitale: maxi-inchiesta della procura di Roma
La procura di Roma ha aperto un’indagine sull’uso di olio d’oliva contraffatto nei ristoranti della capitale. Secondo l’edizione romana de La Repubblica, sarebbero 50 i ristoranti che se ne sarebbero serviti. I reati ipotizzati nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto Giovanni Conzo sono contraffazione di sostanze alimentari e ricettazione.
L’inchiesta è partita da un produttore clandestino in Puglia. Scendendo lungo la filiera, il Nucleo antisofisticazione e sanità (Nas) dei carabinieri è risalito ad alcuni dei ristoratori, individuati a Fiumicino e nei Castelli Romani ma anchenel centro storico, a Testaccio e a Trastevere. Fino a qualche tempo fa, anche la mensa del ministero dell’Istruzione utilizzava l’olio venduto a prezzo stracciato.
Si tratta di un finto extravergine, composto con l’olio di semi corretto con beta-carotene per modificare il sapore e anche clorofilla, per alterare il colore. Viene venduto a 3 euro al litro, un terzo di un extravergine autentico.