Filippo Turetta è atterrato a Venezia a bordo di un Falcon 900 dell’Aeronautica Militare, lo stesso che sette anni fa riportò in Italia il fuciliere di Marina Salvatore Girone. Il giovane accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin è arrivato all’aeroporto di Venezia con mezz’ora di anticipo rispetto al previsto, dopo essere decollato dall’aeroporto di Francoforte. Poi è stato trasferito nel carcere di Verona, dove verrà controllato 24 ore su 24, per evitare gesti di autolesionismo.
Sarà una settimana decisiva per il caso della morte di Giulia Cecchettin. L’interrogatorio, che non sarà fatto prima di lunedì, di Turetta dovrà chiarire diversi punti oscuri della vicenda.
I carabinieri in un comunicato hanno spiegato i passaggi avvenuti dopo l’allarme al 112 lanciato da un vicino di casa di Giulia Cecchettin. Il contenuto, corredato di registrazione audio, è stato messo a disposizione dell’autorità giudiziaria non appena appresa la notizia della scomparsa» di Giulia, ossia già domenica 12 novembre.
Alle 23.15 di sabato, il vicino di casa di Giulia dal balcone avrebbe sentito la studentessa urlare: «Così mi fai male…». Nell’ordinanza, il gip dettaglia così le sue parole: «Un individuo calciava violentemente una sagoma a terra notando poi allontanarsi una Fiat Grande Punto».
Tre minuti più tardi, l’uomo ha chiamato i carabinieri. La telefonata è stata presa in carica dalla compagnia di Chioggia. Per gli investigatori dell’Arma «l’uomo parlava di una lite tra due persone che erano già risalite in auto e si erano allontanate». L’uomo ha visto la macchina andare via, ma non è riuscito ad annotare la targa.