La lettera di Filippo Turetta ai genitori: “Non merito perdono”
Mentre è iniziato il processo che lo vede imputato per l’omicidio dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin, il Corriere della Sera ha pubblicato la versione integrale della lettera che Filippo Turetta ha scritto ai suoi genitori subito dopo l’arresto in Germania.
“Adesso sono nel carcere di Halle. Mi sono fatto arrestare l’altra sera a lato di un’autostrada in Germania. Non riuscivo più a suicidarmi, e dopo giorni ho deciso di costituirmi” si legge nella missiva.
E ancora: “Ho un po’ di paura a tornare in Italia. Non sapevo e non avrei mai immaginato (che) tutto questo sarebbe diventato così famoso in Italia e questo mi fa tanta paura. Ho generato tanto odio e rabbia. E me li merito, sì… ma tutto questo è terribile… ho peggiorato il mondo in qualche modo”.
Turetta, poi, scrive: “Mi merito tutto questo dopo quello che ho fatto. Non sono neanche riuscito a uccidermi… vivrò la mia intera vita in carcere adesso”.
“Trascorrerò la maggior parte della mia vita, e tutti i momenti e le fasi migliori della vita della maggior parte delle persone normali, all’interno di una piccola stanza da solo. La solitudine e la tristezza prevarranno sulle mie giornate. Vedrò perdere i capelli all’interno del carcere”.
Il 22enne non cita mai Giulia Cecchettin ma parla dei suoi amici: “Non li rivedrò mai più e loro non vorranno più vedermi, dimenticandomi per sempre. Non potrò più finire di laurearmi, conoscere persone”.
“Mi dispiace tanto – scrive ancora Turetta – Io non volevo, non so perché l’ho fatto, non avrei mai pensato o voluto succedesse niente del genere. Io non sono cattivo lo giuro e so che, nonostante adesso sia difficile, voi possiate credermi e lo avete sempre visto con i vostri occhi”.
Poi il pentimento: “Ogni momento penso che vorrei tornare indietro, vorrei tutto tornasse indietro. Non esiste perdono o qualcosa del genere per questo e io non lo voglio, non lo merito. Ho rovinato la vita a tante persone, troppe, senza averci pensato prima”.
Il giovane rivolge un pensiero ai genitori: “Spero che nessuno vi giudichi negativamente, vi guardi male, rovini la vostra situazione lavorativa o affettiva o le amicizie. Voi non c’entrate assolutamente niente”.
“Capirei e accetterei se d’ora in poi voi vogliate dimenticarmi e rinnegarmi come figlio, vi ho già causato troppo dolore e sarebbe probabilmente la scelta migliore per il prosieguo della vostra vita”.
Filippo Turetta racconta di aver provato diverse volte a togliersi la vita: “Desideravo solamente riuscire ad uccidermi in qualche modo. Sono un codardo e debole e purtroppo non ce l’ho fatta”.
L’assassino di Giulia, infine, rivela: “Sono stato la maggior parte delle ore gli ultimi giorni seduto in macchina puntandomi il coltello alla gola o al torace aspettando di riuscire a sferrare i colpi”.