Ha ferito con le forbici sua figlia appena nata dopo averla partorita di nascosto dal compagno e dalla sua famiglia: la giovane mamma di Martano, in provincia di Lecce, è stata condannata a 4 anni e 4 mesi per aver cercato di uccidere la neonata, tentato infanticidio in condizioni di abbandono morale e materiale il capo d’accusa. La tragedia, risalente al 23 luglio di 2 anni fa, fu sventata dall’intervento dell’ex convivente, che al mattino seguente dopo aver udito alcuni lamenti provenire dal giardino scoprì il corpo della piccola avvolto in un asciugamano da mare.
La madre 35enne è stata connata anche per occultamento di cadavere, è stata interdetta dai pubblici uffici per 5 anni. Le è stato inflitto anche il pagamento di una provvisionale di 50mila euro nei confronti della figlia e il pagamento delle spese processuali. Secondo le indagini mediche, la donna si recise da sola il cordone ombelicale e poi con le stesse forbici inflisse alla figlia tre tagli in corrispondenza della carotide: “Tre lesioni lineari: una di 1,5 centimetri; una seconda di 4,5 centimetri superficiale; una terza di 5 centimetri più profonda”.
La vicenda si sarebbe consumata in un contesto di particolare disagio familiare e sociale, ma la donna è stata ritenuta “in grado di intendere e di volere” dalla perizia eseguita su di lei. La bimba, che ora ha due anni, è stata affidata ad alcuni familiari su provvedimento d’urgenza del Tribunale per i Minori di Lecce.