Quanti tipi di italiano esistono e cosa garantisce la diffusione del “buon italiano”? Il lessico di base si è arricchito o impoverito? E che ruolo giocano inserti culturali e mondo digitale, oggi, nella trasformazione del linguaggio? A queste e ad altre domande darà risposta la nona edizione della ricerca “Come si informano gli italiani”, condotta da Ipsos e dall’Osservatorio News-Italia, che verrà presentata nella prima giornata del Festival del Giornalismo culturale, in programma a Urbino dall’8 al 10 ottobre.
Fatta l’Italia, bisognava fare l’italiano. Questo progetto, che era stato pianificato già da Dante Alighieri nel De Vulgari Eloquentia, è stato poi portato avanti soprattutto dalla radio e dalla televisione, ma per certi versi è rimasto incompiuto perché i giornali, e soprattutto la tv stessa, hanno smesso di svolgere il ruolo creativo e pedagogico che ricoprivano agli esordi. Cosa può cercare di frenare un declino verso una lingua povera e volgare? Forse lo può e lo deve fare il giornalismo culturale. Da tale incipit partirà la nona edizione del Festival, dal titolo “DIVINA CULTURA. La lingua e la sua difesa, da Dante agli ipersocial”, che si svolgerà negli ambienti del Palazzo ducale di Urbino, con l’aggiunta di uno spettacolo a Teatro Sanzio. Nei tre giorni di panel, convegni e iniziative si racconterà l’evoluzione, l’innovazione o, in alcuni, casi la deriva del linguaggio, declinandole in vari ambiti, da quello economico, a quello politico, fino a quello enogastronomico.
Ad aprire questo viaggio e la prima giornata di lavori sarà la lectio magistralis di Stefania Auci, autrice dei best seller I Leoni di Sicilia e L’inverno dei leoni (ed. Editrice Nord, 2019 e 2021). Auci, docente oltre che scrittrice, tratterà anche il ruolo del linguaggio nel creare relazioni. Dopo la sua lectio sarà la volta della ricerca dell’Osservatorio, che quest’anno è stata incentrata sulle responsabilità nella difesa della lingua e sul suo valore. Lo studio, condotto dai ricercatori del LaRiCA, si basa su sette interviste in profondità ad altrettanti esperti: i linguisti Giuseppe Antonelli e Valeria Della Valle, la sociolinguista Vera Gheno, la divulgatrice scientifica Silvia Bencivelli, i giornalisti Giacomo Giossi e Alessandro Zaccuri e il semiologo Gianfranco Marrone. Con loro, i ricercatori hanno affrontato argomenti come l’evoluzione della lingua, il rapporto tra la sua versione parlata e quella scritta, che hanno esigenze diverse, il ruolo dei comunicatori, del digitale e della scuola, i social media e la loro “demonizzazione”, l’hate speech e altro ancora. La direttrice dell’osservatorio, Lella Mazzoli, discuterà dei contenuti e dei risultati dello studio con Giovanni Boccia Artieri, con l’esperto di media Andrea Fagnoni e con Zaccuri. Condurrà il dibattito il presidente del Festival, Piero Dorfles.
Poi sarà la volta delle “Parole del cibo”, un momento dedicato a uno dei settori oggi più in voga, che ha avuto una vera esplosione di popolarità nell’ultimo decennio e che ha introdotto molti nuovi termini nel linguaggio corrente. All’interno delle cucine di Palazzo ducale, ne parleranno il giornalista e autore televisivo Carlo Cambi, considerato uno dei più acuti conoscitori dell’enogastronomia, del turismo e dell’economia dei territori, lo chef Massimo Biagiali e suo figlio Paolo, hotel manager. Tutti gli eventi del Festival del Giornalismo culturale saranno a ingresso libero, ma con necessità di prenotazione e Green pass. Per consultare il programma e riservare dei posti: https://www.festivalgiornalismoculturale.it/.