La Procura di Ferrara ha chiesto il rinvio a giudizio per tre agenti di polizia penitenziaria che sono accusati del reato di tortura nei confronti di un detenuto. Le tre guardie carcerarie sono accusate di averlo fatto spogliare e di averlo picchiato in cella. L’udienza preliminare è fissata per il 9 luglio, di fronte al gup Danilo Russo, dopo il rinvio di quella fissata in pieno lockdown. Ci sarà anche un’infermiera accusata di false attestazioni.
La vittima, secondo quanto riportano i quotidiani locali, è in carcere per omicidio e il suo nome è Antonio Colopi, all’epoca dei fatti, il 30 settembre 2017, detenuto in via Arginone e successivamente trasferito a Reggio Emilia. Secondo la richiesta di rinvio a giudizio firmata dalla pm Isabella Cavallari, in occasione di una perquisizione nella cella d’isolamento, Colopi è stato oggetto di “trattamento inumano e degradante per la dignità della persona”, essendo fatto denudare (slip esclusi) e inginocchiare, e in quella posizione percosso; infine lasciato lì in quelle condizioni fino a essere notato dal medico del carcere durante il giro tra le sezioni. I tre agenti avrebbero agito “con crudeltà e violenza grave” approfittando “della condizione di minorata difesa derivante dall’averlo ammanettato”, contesta la Procura.
Due agenti sono accusati anche di falso e calunnia, per i rapporti sulla vicenda. Il detenuto ha avuto una prognosi di 15 giorni. Imputata anche un’infermiera del carcere, per false attestazioni. L’infermiera ha dichiarato che la mattina del 30 settembre aveva visto Colopi, nella sua cella, sbattere la testa contro la porta blindata, ma la circostanza è contraddetta dall’operatore di polizia penitenziaria che l’accompagnava.
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