L’udienza del procedimento davanti al gup di Roma che vede imputato Fedez per l’accusa di calunnia ai danni del Codacons è slittata al 6 maggio prossimo.
In quella data, così come chiesto dai difensori di Fedez, verrà sentito l’artista. Al centro della vicenda le accuse che il rapper ha mosso contro l’associazione dei consumatori su un presunto banner ingannevole pubblicato nel 2020 sul sito del Codacons in tema di coronavirus.
La Procura di Roma aveva chiesto in un primo momento l’archiviazione che è stata però respinta dal tribunale che ha disposto per Fedez l’imputazione coatta per l’accusa di calunnia.
“Al centro della vicenda – spiega in una nota il Codacons – le pesanti accuse mosse dal rapper all’associazione dei consumatori circa un presunto banner ingannevole pubblicato nel 2020 sul sito del Codacons in tema di coronavirus, accuse ritenute del tutto illegittime e infondate dalla Procura di Roma che ha chiesto ora al Tribunale di processare Fedez per il grave reato di calunnia. In caso di condanna, il rapper rischia fino a 6 anni di reclusione, così come previsto dal nostro ordinamento”.
“E nella giornata in cui si decideranno le sorti processuali del marito di Chiara Ferragni – prosegue la nota – il Codacons rende noto un esposto presentato dall’associazione alla Guardia di Finanza in cui si chiede di fare luce sulle società riconducibili al rapper. Attraverso una relazione tecnica realizzata dal Dott. Gian Gaetano Bellavia (già consulente di Report) è stato possibile ricostruire lo schema degli asset riconducibili a Fedez e tutte le modifiche degli assetti societari che hanno coinvolto le società del rapper”.