Fase 2 regioni a rischio: il monitoraggio dell’ISS
In Molise, Lombardia e Umbria dall’inizio della Fase 2 si registra un “rischio moderato” di aumento di trasmissione e di impatto sui servizi assistenziali. Nelle 18 Regioni rimanenti si segnala invece un rischio basso anche se tra queste ce ne sono 6 (Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Trento, Piemonte e Puglia) dove la situazione epidemiologica viene comunque evidenziata come in “evoluzione e fluida per la presenza di focolai di trasmissione da monitorare con attenzione”.
È quanto emerge dalla lettura del primo report di Monitoraggio del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) pubblicato il 15 maggio e che analizza l’andamento dell’epidemia e il suo potenziale impatto sui servizi sanitari nella settimana dal 4 al 10 maggio. In ogni caso i dati non sono ancora completi per 4 Regioni e PA, “che tuttavia – si legge nel rapporto – pur non raggiungendo il valore soglia del 50 per cento della completezza della disponibilità dei dati sulla data dell’inizio sintomi hanno raggiunto almeno il 30 per cento permettendo quindi una valutazione dell’aumento di trasmissione ed attuale impatto di COVID-19 sui servizi assistenziali”.
Queste le 18 Regioni a classificazione rischio basso (livello 2) ovverobassa probabilità di aumento di trasmissione ed un basso impatto sui servizi assistenziali:
i. 10 Regioni/PPAA (Basilicata, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Pa Bolzano, Puglia, Sardegna, Sicilia e Umbria) Toscana con incidenza settimanale bassa e intermedia-bassa in cui il lock-down ha impedito il diffondersi dell’infezione
ii. 8 Regioni /PPAA (Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Liguria, Piemonte, Pa Trento, Valle d’Aosta e Veneto) ad incidenza alta e intermedia-alta con una situazione complessa ma controllata.
Tra queste 18 Regioni che ne sono però, come abbiamo già sottolineato, (Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Trento, Piemonte e Puglia) tra le quali si segnala una situazione epidemiologica in evoluzione e fluida per la presenza di focolai di trasmissione da monitorare con attenzione.
Queste le tre Regioni a classificazione rischio moderato (livello 3):
i. Molise, la classificazione settimanale è passata da bassa a moderata (probabilità moderata/alta di aumento di trasmissione ed un basso impatto sui servizi assistenziali) dovuto ad un nuovo focolaio di trasmissione attualmente in fase di controllo che ha prodotto un aumento nel numero di casi nella scorsa settimana. Questo si potrà riflettere in un aumento nella stima di Rt nelle prossime settimane.
ii. Umbria, la classificazione settimanale è passata da bassa a moderata (probabilità moderata/alta di aumento di trasmissione ed un basso impatto sui servizi assistenziali) per un aumento nel numero di casi ed un Rt >1 seppur in un contesto ancora con una ridotta numerosità di casi segnalati e che pertanto non desta una particolare allerta.
iii. Lombardia, la classificazione settimanale è moderata (bassa probabilità di aumento di trasmissione ed un moderato/alto impatto sui servizi assistenziali) ma si assiste ad una riduzione dei segnali di sovraccarico dei servizi sanitari. In questa Regione rimane elevato il numero di nuovi casi segnalati ogni settimana seppur in diminuzione.
“Le misure di lock-down in Italia – scrivono Iss, Ministero e Regioni – hanno effettivamente permesso un controllo dell’infezione da COVID-19 sul territorio nazionale pur in un contesto di persistente trasmissione diffusa del virus con incidenza molto diversa nelle 21 Regioni/PPAA”. Ma si segnala in ogni caso che “permangono segnali di trasmissione con focolai nuovi segnalati che descrivono una situazione epidemiologicamente fluida in molte regioni italiane. Questo richiede il rispetto rigoroso delle misure necessarie a ridurre il rischio di trasmissione quali l’igiene individuale e il distanziamento fisico”. Per la Cabina di regia “è necessario un rapido rafforzamento dei servizi territoriali per la prevenzione e la risposta a COVID-19 per fronteggiare eventuali recrudescenze epidemiche durante la fase di transizione”.
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