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    “I contagi non devono superare questa cifra o torna il lockdown”: il report del Comitato Tecnico Scientifico

    Medici Credits: ANSA

    L'attenzione degli scienziati è su R con 0, l'indice del contagio. Allerta per le due date del 18 maggio e primo giugno

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 5 Mag. 2020 alle 07:57

    Fase 2 contagi, report: “I numeri per non tornare al lockdown”

    Nella Fase 2 a spaventare sono i nuovi contagi. La riapertura è appena cominciata, ma già ci si prepara al peggio. A darne la conferma è un report del comitato tecnico-scientifico che svela 5 scenari possibili. Allo studio delle autorità sanitarie – spiega Il Corriere – ci sono le previsioni che dicono se e quando dovrà scattare l’alert per un nuovo lockdown. Per il momento il periodo preso in considerazione è fino al 30 giugno con due date cruciali: il 18 maggio e il primo giugno. Giorni fondamentali per capire come si sta muovendo l’incubazione del virus, che dura 14 giorni.

    I cinque scenari della Fase 2

    Il primo scenario è quello ideale, dove tutto va per il meglio con una media di 166 nuovi contagi al giorno, per calare ai 76 al primo giugno. Scenario due: la situazione rimane stabile con una media di 280 casi in più al giorno. Anche questa situazione sarebbe comunque da considerare sotto controllo. Terzo scenario, lievemente preoccupante, dove la media dei contagi giornalieri comincia a salire fino a superare i 359. A questa soglia scatterebbe l’allarme, onde evitare un’altra crisi sanitaria. Ma poi ci sono altri due scenari. Entrambi paventati da tutti. Il quarto vede 457 casi e per questo viene considerato “rischioso”. Peggio ancora l’ultimo scenario, il più “catastrofico” con 578 nuovi casi al giorno in due settimane. A decidere le cifre è un calcolo matematico, la R con 0, l‘”indice di contagio”: il numero dei casi positivi di oggi diviso per la media della settimana precedente. Questo attualmente, come confermato dall’Istituto Superiore di Sanità, è sotto lo 0,8, ma se dovesse crescere si ritornerebbe al punto di partenza. È per questo che viene monitorato quotidianamente e a seconda della sua curva il comitato tecnico scientifico è pronto a chiedere al governo una nuova chiusura.

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