Maurizio è un erborista di Arzignano, in provincia di Vicenza. Uno che vorrebbe coniare la moneta veneta e vende mascherine da lui create con il simbolo della repubblica veneta, per intenderci. Un paio di sere fa va al parco dello sport e nota tre persone dai tratti decisamente non italiani che trasportano un grosso rotolo di erba sintetica. Il farmacista ha una certezza: quella è l’erba sintetica del campo nuovo! La stanno rubando! Quindi fotografa i tizi e si fa 7 chilometri per andare presso la polizia municipale a denunciare l’accaduto. Senza sapere cosa sia accaduto, in realtà, perché il suo è un semplice sospetto.
La polizia gli risponde che non hanno molto tempo e insomma, probabilmente ritengono la sua segnalazione poco affidabile. Allora il farmacista non pago che fa? Va sul gruppo fb “Sei di Arzignano se” e denuncia il tutto, pubblicando anche la foto dei tre e lamentandosi della scarsa considerazione avuta dalla polizia. “Mi sono fatto 7 km andata e ritorno per denunciare questo. Mi è stato risposto che hanno poco tempo, neanche io ne ho!”. Nel frattempo tutta Arzignano vede le facce dei tre presunti ladri e la voce corre, qualcuno commenta che sono chiaramente dei ladri.
La voce corre così in fretta che i tre presunti ladri lo vengono a sapere e un loro cugino, Arif, chiarisce la vicenda commentando il post. I tre sono bengalesi, vivono in Italia da anni e avevano comprato il tappeto per giocare a cricket tutti insieme. Arif pubblica lo scontrino e le foto del tappeto e di cinque mazze colorate.
“Lei senza permesso non poteva filmare”, scrive. “Poteva chiedere ai carabinieri di controllare i video delle telecamere al parco, prima di dare del ladro a qualcuno”.
Interviene anche Airj, fratello di uno dei tre: “Vengo da Roma e dopo 12 anni che vivo qui non ho mai visto una cosa del genere. Bisogna accettare che non siamo tutti uguali”. Qualcuno suggerisce di denunciare il signor Maurizio, ma lui risponde: “Grazie ma noi non vogliamo diventare uguale al signore, vogliamo la strada più facile e pace..”.
A quel punto interviene il farmacista: “Ho già chiesto scusa, ho mandato un messaggio col mio numero di telefono all’interessato, purtroppo in passato mi sono successe cose che mi hanno fatto pensare a questo”. Arif però, giustamente, non si accontenta. “Lei deve chiedere scusa ai miei tre cugini al parco dello sport sabato alle 17, dove lei ha fatto questo video”. Il farmacista non risponde sì, ma con un vago “sono disposto a incontrarli”. È disposto, che gentile. Una generosa concessione, soprattutto considerato che i tre potrebbero denunciarlo per almeno tre reati diversi: calunnia, diffamazione e violazione della privacy.
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