Oltre 1,6 milioni di famiglie italiane hanno rinunciato a curarsi per motivi economici. È quanto comunica l’Istituto Demoskopika, gruppo italiano per le ricerche di opinione e di mercato. Nel 2019 sono stati 314mila i “viaggi della speranza” dal Sud che hanno generato bilanci in rosso per oltre 1,2 miliardi di euro. Il record spetta a Calabria e Sicilia. I sistemi sanitari più “in salute” del paese sono invece quelli di Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige.
Questi dati emergono dall’IPS 2020, l’Indice di Performance Sanitaria realizzato, per il quarto anno consecutivo, dall’Istituto Demoskopika sulla base di otto indicatori: soddisfazione sui servizi sanitari, mobilità attiva, mobilità passiva, risultato d’esercizio, disagio economico delle famiglie, spese legali per liti da contenzioso e da sentenze sfavorevoli, democrazia sanitaria e speranza di vita (qui il rapporto completo).
La classifica di “IPS 2020”
La gara per le posizioni migliori quali sistemi sanitari più “sani” d’Italia si gioca anche quest’anno, come per le tre edizioni precedenti, interamente nel Centro-nord. A guidare la classifica dell’Indice di performance sanitaria dell’Istituto Demoskopika per il 2020, in particolare, l’Emilia-Romagna che, con un punteggio pari a 107,7 conquista la vetta spodestando il Trentino-Alto Adige (107,6 punti).
Segue il Veneto (105,6 punti) che mantiene la stessa posizione del 2019 nel medagliere dei sistemi più performanti del paese. Subito dopo, tra i migliori sistemi sanitari locali, Umbria (105,5 punti), Lombardia (104,9 punti) e Marche (104,8 punti).
Altri 9 sistemi sanitari rientrano nella categoria delle regioni “influenzate”: Toscana (104,2 punti), Friuli-Venezia Giulia (104,0 punti), Lazio (103,7 punti), Piemonte (102,8 punti), Valle d’Aosta (100,8), Liguria (100,0), Sardegna (99,4), Abruzzo (98,1 punti) e, infine, Basilicata (97,9 punti).
Tutte del Sud, infine, le rimanenti regioni che contraddistinguono i sistemi etichettati come “malati” nella classifica di Demoskopika: Puglia (97,4 punti), Molise (97,1 punti), Sicilia (93,0 punti), Calabria (90,9 punti) e, fanalino di coda, il sistema sanitario della Campania con 88,6 punti.
“Regioni e Governo approfittino delle ingenti risorse finanziarie del dispositivo Next Generation EU della maggiore flessibilità della programmazione 2021-2027 per ridurre il disequilibrio dell’offerta sanitaria italiana”, è l’invito del presidente di Demoskopika, Raffaele Rio.
Il disagio economico
Nel 2019 oltre 1,6 milioni di famiglie italiane hanno dichiarato di non avere i soldi, in alcuni periodi dell’anno, per poter affrontare le spese necessarie per curarsi con un incremento dell’area del disagio pari al 2,3 per cento (oltre 36mila nuclei familiari in più) rispetto all’anno precedente.
A consolidare le prime posizioni del ranking di Demoskopika tutte le realtà del Mezzogiorno con oltre 923mila famiglie in condizioni di disagio a causa della mancata disponibilità economica per fronteggiare la cura di malattie, pari al 56,9 per cento del valore complessivo italiano. A denunciare il fenomeno sono soprattutto le famiglie in Sicilia, con una quota del 13,5 per cento, quantificabile in oltre 271 mila nuclei familiari. Seguono la Calabria con una quota del 12,1 per cento pari a 98 mila famiglie, la Puglia (11,3 per cento, pari a 182mila nuclei familiari) e la Campania (11,2 per cento, 245mila famiglie.
All’estremo opposto della classifica ci sono Emilia-Romagna (1,9 per cento), Trentino-Alto Adige (2,2 per cento) e Friuli-Venezia Giulia (2,4 per cento), che ottengono il ranking migliore in questa graduatoria parziale dell’Indice di Performance Sanitaria di Demoskopika, con una quota media percentuale, per queste realtà, di poco più del 2 per cento di nuclei familiari in condizioni di disagio economico che ha coinvolto complessivamente oltre 61 mila nuclei familiari.
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