Estremisti di destra progettavano di far esplodere una moschea
Estremisti di destra avrebbero progettato di far esplodere la moschea di Colle Val d’Elsa, in provincia di Siena. È quanto emerge da un’inchiesta sull’estremismo di destra condotta dalla Dda di Firenze. “Aveva già portato le mappe, gli si voleva far saltare il coso col gas così saltava tutto”, è quanto viene affermato in un’intercettazione. Poi il progetto sarebbe stato bloccato.
Gli estremisti avrebbero progettato, in particolare, di far saltare la condotta del gas ma avrebbero desistito temendo di esser scoperti dalla polizia. “Fermi ragazzi fermi, fermi tutti, come ci si muove siamo guardati a vista”, avrebbero anche detto in un’altra intercettazione parlando dell’interruzione del progetto, forse perché temevano di essere scoperti.
La moschea si trova a San Lazzaro, alla periferia di Colle Val d’Elsa. Fu inaugurata nel 2013 ed è la moschea più grande della Toscana, l’unica dotata di cupola e di un minareto di cristallo.
Sequestrati ordigni bellici e tritolo
Nelle perquisizioni eseguite dalla polizia sono stati sequestrati anche ordigni bellici della Seconda Guerra Mondiale, polvere da sparo, tritolo e silenziatori per armi costruiti artigianalmente.
Secondo quanto appreso, nel garage di uno degli indagati, un 60enne dipendente di Mps, sarebbero state trovate bottiglie riempite con polvere da sparo ricavata svuotando alcune bombe risalenti all’ultima guerra, trovate dall’uomo e dal figlio, anche lui indagato insieme alla moglie del 60enne, grazie all’uso di un metal detector.
Sui social le foto con divisa da SS
Secondo le indagini, inoltre, l’uomo avrebbe postato sui social foto che lo ritraggono con una divisa mimetica con le mostrine delle SS tedesche, in sella a un side-car militare. In altra foto poi, pubblicata con il commento “rievocando i vecchi tempi”, l’uomo indossa una mimetica e imbraccia un lanciarazzi. In un’altra immagine è ritratto dove fu fucilato Benito Mussolini mentre con la mano fa il gesto di sparare a un cartello dell’Anpi. Il 60enne avrebbe anche costituito sui social un gruppo dal nome “Ritorneremo”.
In passato, ancora secondo le indagini della Dda di Firenze, il 60enne, avrebbe acquistato un tornio per realizzare silenziatori per pistole “per mezza Siena”. In un’altra conversazione, il l’uomo indagato ha afferma che i suoi nipoti dovranno “combattere con le armi il pericolo dell’Islam”.
Tra i destinatari delle perquisizioni, anche un 66enne aderenti al Movimento idea sociale (Mis) di Siena. Parlando col 60enne, l’uomo raccontava di aver litigato con degli stranieri sul lavoro e i due concludono che “andrebbero ammazzati tutti”.