Essure, il mostro della Bayer per la sterilizzazione che fa ammalare le donne
Due micro spirali come metodo contraccettivo: così Bayer ha venduto in mezzo mondo un “miracolo” per la sterilizzazione chiamato Essure che si è rivelato essere una vera e propria piaga per molte delle donne che ci avevano creduto. E sono migliaia in tutto il mondo le persone che si sono fidate di consultori e ginecologi e hanno detto sì a Essure, per poi ritrovarsi sotto i ferri pronte a farsi asportare l’intero utero.
In Italia sono centinaia e centinaia le donne che sono andate incontro agli effetti collaterali imprevisti di Essure. Annabel Cavalida, una delle vittime del prodotto della Bayer, ha alzato la voce e lanciato una petizione su Change.org che ha già raccolto quasi le 30mila firme.
“Ciao, mi chiamo Annabel e sono una delle centinaia di donne in Italia la cui vita è stata rovinata da un prodotto Bayer: ESSURE”. Comincia così la denuncia di Annabel, che vede in prima linea anche tantissime altre donne vittime. Tutte loro, dopo aver proceduto all’impianto del contraccettivo permanente, hanno subito gli effetti di quel corpo estraneo: perdita di capelli, infiammazioni alle ossa, stanchezza cronica e ancora formicolii agli arti, gonfiore all’addome e dolore articolare.
Sotto alla petizione si moltiplicano i commenti di quelle donne che si sono riconosciute nelle parole di Annabel e che, vittime inconsapevoli di Essure, sono arrivate così a trovare la risposta al loro malessere.
Essure è un metodo contraccettivo irreversibile: con l’operazione vengono impiantati due fili metallici, avvolti a spirale l’uno sull’altro. Questi bloccano il passaggio degli spermatozoi nelle tube di Falloppio e così impediscono l’inseminazione. Nel nostro paese, la procedura è rimborsata al 100 per cento dal Servizio Sanitario Nazionale.
A molte donne che decidevano di ricorrere alla legatura delle tube – procedura di sterilizzazione chirurgica standard – è stato proposto l’impianto di Essure. L’operazione è molto semplice e avviene in day hospital, per questo in tante hanno deciso di affidarsi a Essure.
Nugnes Maria, Annabel, Stefania, Daniela: la loro testimonianza è un grido disperato di aiuto. Le loro parole sono dirette al ministro della Salute Roberto Speranza, ma anche a tutte quelle donne che hanno creduto di aver trovato una soluzione al loro problema ricorrendo a Essure.
Per anni, tutte loro hanno lasciato che quei due “micro-inserti” distruggessero le loro vite, senza riuscire a ricollegare i sintomi alla causa. Anche perché i ginecologi che avevano consigliato alle vittime di provare Essure avevano garantito loro che quel metodo era sicuro, che non contenendo ormoni non avrebbe dato effetti collaterali. Ma quel mostro senza nome le mangiava da dentro, finché si è fatta sempre più compatta la voce di chi aveva patito o continuava a patire quelle conseguenze terribili.
Prima che molte delle vittime lo capissero, sono passati anni. Dopo diagnosi su diagnosi errate, Daniela è venuta a conoscenza della possibilità che fosse proprio Essure a crearle quella catena di disturbi che le rovinava la vita da anni: “Due giorni mi sono bastati per decidere di rimuoverlo. Ho atteso sei mesi e alla fine il 6 novembre del 2018 ho subito l’intervento. Da lì è stata una rinascita per me”, continua la donna.
I sintomi spariscono da subito: niente più perdita di capelli e insonnia, niente più stanchezza e dolori. “Essure è stato veleno nel mio corpo. Essure mi ha rubato anni di salute, anni di tranquillità in famiglia, anni di sorrisi, ma adesso sono rinata e lotterò per avere giustizia per me e per tutte le altre donne”.
Anche perché il dispositivo è stato approvato in Europa e negli Stati Uniti dal 2002: sono migliaia e migliaia i dispositivi impiantati in tutto il mondo, come migliaia e migliaia sono le donne che hanno subito importanti problemi dopo l’operazione. Uno studio della Fda ha rivelato che i micro-inserti di Essure possono spostarsi e migrare nel corpo, “creano danni e disagi”. Disagi a cui si può porre fine solo espiantando il dispositivo. Ed espiantare il dispositivo significa andare incontro all’esportazione dell’intero utero: una menomazione a cui nessuna donna pensava di dover ricorrere una volta impiantato il dispositivo.
La Bayer ha tolto dal mercato italiano Essure solo nel settembre del 2017. “Ha un debito nei nostri confronti. Ha violato le nostre vite, i nostri corpi, le nostre esistenze”, ha scritto Annabel, che per questo si rivolge al ministro della Salute Roberto Speranza, chiedendo una mappatura seria e completa delle pazienti che hanno creduto nel dispositivo della casa farmaceutica tedesca e che ancora oggi, a loro insaputa, potrebbero ritrovarsi alle prese con i gravi effetti collaterali di Essure.
“Chiediamo al Ministro della Salute Roberto Speranza di incontrarci e di discutere della creazione di un protocollo di espianto per Essure, un vademecum da inviare a tutti i chirurghi e i ginecologi per insegnare loro come espiantare correttamente questo prodotto”, continua Annabel.
Annabel non si arrende e con lei centinaia di donne che, combattive, portano avanti la loro battaglia sui social – dove nasce un gruppo, su Facebook, che raccoglie testimonianze e denunce e unisce le vittime – e in piazza, dove le “cavie” – così si sentono le vittime – sono scese già lo scorso 15 settembre a Roma e dove promettono di tornare presto. Almeno finché non riusciranno ad attirare l’attenzione del ministro Speranza e una risposta concreta di Bayer.
Intanto la multinazionale farmaceutica, interpellata da TPI, ha risposto inviando la posizione ufficiale del loro HQ: “La salute e la sicurezza dei pazienti che fanno affidamento sui nostri prodotti è per noi la principale priorità. Il profilo favorevole benefici-rischi di Essure rimane invariato. Continuiamo a sostenere l’efficacia e la sicurezza del prodotto, che sono stati dimostrati da un ampio numero di studi, sostenuti da Bayer e da ricercatori indipendenti: tra questi sono inclusi oltre 40 studi pubblicati, che hanno coinvolto più di 200.000 pazienti negli ultimi 20 anni. Le donne che al momento hanno adottato Essure possono continuare ad utilizzare con sicurezza il dispositivo e non dovrebbero preoccuparsi. Se una donna con Essure ha dubbi o domande sul dispositivo dovrebbe discuterne con il proprio ginecologo”.
Annabel e le altre vittime, però, lanciano l’allarme e mettono in guardia le altre donne che hanno fatto ricorso ad Essure e a Bayer chiedono di rimborsare la sanità pubblica di tutti quei costi legati all’impianto e all’espianto di questo device difettoso. “Noi non siamo cavie”, scrive Annabel su Change.org. E, sotto questo grido, continua senza sosta la battaglia delle vittime di Essure.
Per aiutarle, basta cliccare a questo indirizzo e firmare la petizione.
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