70 nel Regno Unito, nove in Alabama, 13 in Scozia : sono i casi di epatite acuta registrati nelle ultime settimane tra i bambini piccoli e segnalati dall’Ecdc, Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie. Nuovi casi sono emersi anche in Irlanda, Spagna, Danimarca e Paesi Bassi. Alcuni dei pazienti in Gran Bretagna sono stati sottoposti a trapianto di fegato. Ora sia l’Ecdc che l’Oms sono al lavoro insieme alle autorità nazionali per comprendere cosa abbia determinato l’aumento di infezioni epatiche. Potrebbe trattarsi di cause infettive, ma ad oggi non è stato rilevato alcun collegamento con il Covid-19 e dai primi esami sono stati esclusi casi di epatite virale di tipo A, B, C, D ed E. Escluso anche qualsiasi collegamento con i vaccini per il momento.
“È ancora necessario intraprendere la caratterizzazione genetica dei virus per determinare eventuali associazioni tra i casi”, hanno dichiarato gli esperti di Oms Europa, che intanto raccomanda agli stati di “identificare, indagare e segnalare i potenziali casi” di epatite acuta. Ma per ora l’organizzazione “non raccomanda alcuna restrizione ai viaggi” nei Paesi dove sono state registrate le infezioni.
“InItalia fortunatamente non c’è ancora questo tipo di allarme. Sono stati segnalati casi in Spagna, Irlanda, Paesi Bassi, Danimarca, oltre che nel Regno Unito. Alcuni sono anche esitati in forme così rilevanti da richiedere trapianto di fegato. Ad oggi non abbiamo evidenza che vi sia una correlazione con il nuovo coronavirus”, ha detto al programma Buongiorno di Sky TG24 Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità. Un quadro “preoccupante a prescindere da un possibile, e per ora non dimostrabile, collegamento con il Covid-19″, ha dichiarato Antonio Gasbarrini, ordinario di Medicina Interna all’Università Cattolica e Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche presso la Fondazione Gemelli Irccsdi Roma.