Emanuela Orlandi, lettera in Vaticano al fratello Pietro: “Su Wojtyla allusioni vergognose”
“Sei un bugiardo e lo sai”. È l’accusa a Pietro Orlandi in una lettera recapitata nelle scorse ore alla madre, ormai 93enne. La missiva, scritta forse da un religioso, attacca il fratello di Emanuela Orlandi per le recenti dichiarazioni sulla scomparsa della cittadina vaticana, risalente a quarant’anni fa.
“Quelle vergognose allusioni nei riguardi di Papa Wojtyla non te le ha riferite nessuno, te le sei inventate te. Ma ti sei screditato da solo!”, riporta la lettera pubblicata dallo stesso Pietro sui social. Il riferimento è alla richiesta di fare luce sulle accuse di pedofilia durante il pontificato di Giovanni Paolo II. “Ho sempre supportato la tua famiglia, ma seguire piste suggerite da mitomani e persone notoriamente inaffidabili ha complicato le cose. Il Vaticano è stato anche troppo paziente. Adesso ti ha concesso la nuova inchiesta, ma su quali basi si svolgerà? Con i soliti documenti falsi e sulla pista dei cardinali pedofili che di notte vanno a cercare le ragazzine assieme al Papa? Ti dovresti solo vergognare. Dovrai rispondere a Dio delle tue cattiverie (sottolineato, ndr). Saluti”. Firmato: Luciano Dei. Un nome “probabilmente falso”, secondo Pietro Orlandi.
“La stupidità di chi l’ha lasciata e presumo scritta è che voleva far credere che fosse stata spedita da altre città, quindi fuori dal Vaticano, perché si è anche preoccupato di mettere un francobollo ma non c’è nessun timbro, quindi…”, ha commentato su Facebook. Nelle scorse settimane avevano fatto discutere le sue dichiarazioni durante la trasmissione Di Martedì su La7, in cui chiedeva di fare chiarezza sulle voci circolate sul conto di papa Wojtyla. “La sera se ne usciva con due suoi amici monsignori polacchi” con cui “non andava certo a benedire le case”, aveva detto alla trasmissione condotta da Giovanni Floris, commentando le rivelazioni fatte da un esponente della Banda della Magliana al giornalista Alessandro Ambrosini. Orlandi aveva poi specificato poi di “non aver mai accusato direttamente Giovanni Paolo II di pedofilia”, accusando la stampa di aver “strumentalizzato” le sue parole.
“Questa è la conseguenza di chi ha voluto giocare a fare il giornalista”, ha affermato ieri nel suo post. “Mi si può offendere come vogliono, non mi interessa, ma leggere ‘Il Vaticano è stato anche troppo paziente’ oppure ‘Dovrai rispondere a Dio delle tue cattiverie’… Beh”