Riaperture, le date possibili. Gelmini: “Parrucchieri ed estetisti già entro fine mese
Non c’è una data per le riaperture, ma Draghi guarda con ottimismo ai prossimi mesi: la volontà è quella di allentare le restrizioni quanto prima per dare una risposta concreta a esercenti, autonomi e imprenditori in crisi, rappresentati dal gruppo di manifestanti che martedì scorso ha protestato davanti Montecitorio.
“Le riaperture sono la miglior forma di sostegno all’economia”, ha detto ieri il premier nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, ma queste “devono avvenire in sicurezza”. Tutto dipenderà dall’andamento dei contagi e soprattutto dalla campagna vaccinale. A chi ieri, nel corso dell’incontro con i cronisti, ha chiesto un chiarimento sui criteri che il Cts prende in considerazione per decidere, Draghi ha detto chiaramente che il parametro più importante in questa fase è quello del numero dei vaccinati, in particolare gli over 75.
La quantità di immunizzati tra le categorie fragili, dunque, è la leva che ogni Regione può usare per chiedere di più, a cui il governo guarderà per concedere l’uscita dalle zone rosse e arancioni. “Quanto più celermente si potranno avere le categorie a rischio vaccinate e quanto prima si potrà riaprire”, ha detto il premier.
Riaperture, le date possibili
Draghi ieri ha ribadito che è impossibile fare previsioni sulle date possibili. Il Ministro del Turismo Matteo Garavaglia aveva avanzato l’ipotesi del 2 giugno per iniziare a riaprire, ma il capo del governo ha ammesso che potrebbe accadere anche prima. “Magari anche prima, chi lo sa. L’importante è riaprire”, ha detto.
Intanto la Ministra Mariastella Gelmini assicura che si potrà iniziare a vedere qualche saracinesca alzata già ad aprile: “Auspichiamo che si possa fare già da questo mese, se i contagi scenderanno e la copertura vaccinale degli anziani e fragili salirà. Io sono fiduciosa che queste siano le ultime settimane di restrizioni e sofferenza”, ha dichiarato la ministra per gli Affari Regionali in un’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Sera, dicendosi possibilista sulla linea di Salvini, che vorrebbe aprire entro fine mese “in almeno sei Regioni”.
“È un dovere riaprire nella seconda metà di aprile, se i dati lo permetteranno. Non si può stare in rosso a vita”, ha detto ieri il leader leghista nell’incontro con Draghi a Palazzo Chigi che ha preceduto la conferenza stampa. Gelmini conferma che “qualche segnale di apertura lo si possa dare già da aprile”, in particolare per quanto riguarda parrucchieri ed estetisti. “Penso sia meglio che lavorino in negozio, piuttosto che nelle case private”, ha aggiunto. Dopo le scuole e i concorsi ripartiti appunto ad aprile, dunque, per l’esponente di Forza Italia “maggio sarà il mese delle attività economiche“.
Riaperture, l’incognita vaccini
Ma per centrare l’obiettivo l’accelerazione dovrà essere immediata: la campagna vaccinale è in ritardo sugli obiettivi fissati da Speranza e dal generale Figliuolo e non si è ancora raggiunta la soglia delle 300mila dosi giornaliere somministrate, che secondo i piani dovrebbero diventare 500mila entro 10 giorni.
Nel frattempo le Regioni dovranno rimodulare i piani in base alle nuove indicazioni su AstraZeneca, “invertendo” la destinazione delle dosi (che, fino a due giorni fa, venivano somministrate anche agli under 65) verso la fascia 65-79 e indirizzando Pfizer e Moderna ai più giovani.
Riaperture, decreto entro fine aprile
Un cambio di marcia e una prospettiva sulle riaperture, mentre il pressing si fa sempre più insistente, si può vedere nella volontà del governo di varare entro fine mese il provvedimento che indichi una strada diversa rispetto a quella tracciata finora, allentando per esempio l’attuale il divieto di imporre zone gialle. Se i dati lo permetteranno e se le dosi saranno sufficienti – il premier sarebbe in contatto diretto con Moderna per ricevere scorte extra – forse a maggio si potranno vedere le serrande alzate.
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