Pochi sanno che le radici famigliari di Mario Draghi affondano, per parte di madre, nel cuore dell’Irpinia. Precisamente a Monteverde, paese due volte finalista nell’elezione del borgo più bello d’Italia per il programma tv Kilimangiaro). Qui i nonni furono farmacisti e la madre Ermenegilda, detta Gilda – di cui TPI presenta qui un’immagine esclusiva – insegnò alla scuola elementare.
Sempre a Monteverde viveva anche uno zio, Fulvio Mancini. E fu proprio lui, quando il futuro presidente della Bce era soltanto un ragazzino, a notarne le superiori qualità intellettive e a pronosticare: “Mio nipote diventerà un grand’uomo!”.
A Monteverde – premiata l’anno scorso dall’Unione europea per il miglior progetto di accessibilità e unico Comune italiano dotato di un avveniristico sistema stradale interattivo per la mobilità indipendente dei disabili visivi e uditivi – i nonni di Mario Draghi vivevano nella storica abitazione di famiglia, Palazzo Mancini, ai piedi del maestoso castello normanno che domina il paese.
Di fronte c’era la farmacia, celebre in tutta la regione non solo per le sapienti preparazioni galeniche, ma anche per la maestria nell’approntare medicamenti a base di erbe, molte delle quali venivano raccolte direttamente sul territorio circostante.
Il vicesindaco del paese, Tonino Vella, riferisce un ricordo personale sulla madre di Mario Draghi: “Mia madre fu sua alunna. La ricordò sempre con molto affetto, descrivendola come una signora distinta, alta, severa e rigorosa, ma sempre disponibile. Fu lei, che teneva moltissimo all’istruzione delle ragazze, a insegnarle a leggere e a scrivere. Mia madre per questo le fu sempre grata. Probabilmente, se non ci fosse stata la maestra Gilda, non sarebbe mai accaduto…”.
In seguito, Gilda Draghi si trasferì a Roma col marito. Entrambi poi, purtroppo, moriranno a breve distanza l’uno dall’altro quando Mario era appena un adolescente e i suoi due fratelli due bambini.
La famiglia Draghi non perse mai, tuttavia, il contatto con la terra natale, come precisa orgogliosamente il sindaco, Francesco Ricciardi, che sta per conferire al presidente del Consiglio incaricato la cittadinanza onoraria.
Il trasferimento a Roma avvenne dopo la guerra, nel 1946, come riportano i registri del Comune di Monteverde, dove sono conservati sia l’atto di matrimonio che il cambio di residenza. Ma il rapporto della famiglia con il paese d’origine rimase saldo.
Lo zio di Draghi, Fulvio, ha continuato a passarvi ogni anno l’estate. E lo stesso Mario vi tornava periodicamente per far visita ai nonni, intrattenendosi con i vecchi amici d’infanzia. Una volta adulto, quando sua nonna rimase sola, la portò con sé a Roma.
Nei primi anni Duemila, quando per ragioni familiari si recò nuovamente a Monteverde, Draghi andò a pranzo in un ristorante dal nome evocativo di pennichelle postprandiali: “Sogni d’oro”. E lì, a quanto pare, dimostrò di conoscere assai bene anche il raffinato artigianato gastronomico locale, rivelandosì non solo un uomo di straordinario ingegno e capacità politica, ma anche legato alla terra, alla famiglia, al godimento dei semplici piaceri della vita. A quei prudenti principi della cultura contadina, fatta di tenacia e di saggezza, ai quali si ispirò sua madre, e che di sicuro hanno positivamente influenzato la formazione della sua personalità.
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