Italia verso la zona rossa, è in arrivo la stretta anti-Covid con misure e restrizioni per Natale e Capodanno. É convocato infatti per oggi alle 18 il Consiglio dei ministri nel quale, oltre a scadenze e leggi regionali, fonti di governo non escludono che sul tavolo possa esserci anche la discussione sui provvedimenti da adottare in vista delle festività natalizie per arginare la diffusione del coronavirus. In attesa dei nuovi dati del monitoraggio settimanale del ministero della Salute e dell’Iss, la giornata di ieri è andata in archivio con 18.236 nuovi contagi e la cifra, ancora elevatissima, di 683 morti.
Le questioni aperte, dopo il lungo braccio di ferro di mercoledì, sono il giorno dell’Epifania in zona rossa. E soprattutto la deroga per “un massimo di due congiunti non conviventi”, ad andare a trovare “parenti di primo o secondo grado” anche fuori dai confini comunali o regionali. Conte vorrebbe una norma più lasca: a casa si potrebbero ospitare 2 persone non conviventi, senza specificare se parenti o meno. Di certo c’è che cadrà la condizione che gli ospiti siano “genitori anziani” o “persone in situazione di fragilità”.
Se la formulazione restasse questa, sarebbe possibile trascorrere il Natale o altri giorni di festa con i figli non conviventi, i fratelli, altri parenti di secondo grado (secondo Conte anche semplici amici). Con il limite di due persone in macchina durante il tragitto.
La deroga al “tutti in casa” comporterebbe una dolorosa selezione, vista la tradizione di trascorrere il Natale assieme a più nuclei familiari. Secondo Boccia, questa opzione “rischia di aprire una falla nel sistema di prevenzione dei contagi, in quanto renderebbe molto difficili i controlli” da parte delle forze dell’ordine. Tema caro alla Lamorgese, molto perplessa di fronte a ogni ipotesi allentamento della stretta per le conseguenti difficoltà a far rispettare le restrizioni in presenza di deroghe di difficile applicazione e interpretazione.
Intanto il Veneto si è portato avanti e annuncia regole ferree anche sugli spostamenti: vietati tra i comuni dopo le 14 da sabato fino al 6 gennaio: ad annunciarlo Luca Zaia nel consueto punto stampa sull’emergenza Covid in diretta su Facebook. Il presidente della Regione ha annunciato una nuova ordinanza che dispone la “chiusura dei confini comunali dopo le 14 dal 19 dicembre fino al 6 gennaio”, in attesa dei provvedimenti del governo. I negozi resteranno aperti fino alle 21. Il governatore del Veneto ha spiegato che “manderò l’ordinanza al ministro Speranza per chiedere formalmente un’intesa, dopodiché questa ordinanza ha voluto fino in fondo tutelare le libertà personali, perché non tutelarla significa fare un lockdown. Affrontiamo questo tema in un momento assolutamente dedicato, quello delle feste natalizie”. Zaia ha poi aggiunto che l’ordinanza dovrebbe essere presentata domani e che “non tocca nessun orario e nessuna apertura”.
L’idea alla quale sta lavorando il governo per tutto il Paese sembra essere quella di una zona rossa ‘attiva’ alla vigilia di Natale, Natale e Santo Stefano, vigilia di Capodanno e primo gennaio. Stretta su 24, 25, 26 e domenica 27 dicembre. Poi ancora 31 dicembre e 1 gennaio. Più 2 e 3 gennaio, un sabato e una domenica. Un compromesso, che non arriva fino alla chiusura fino al 6 gennaio chiesta dai più rigoristi, che comprenderebbero i ministri del Pd e il ministro della Salute Roberto Speranza. Linea dura ma più moderata, invece, sarebbe la scelta del premier Giuseppe Conte e del M5S.
Ma 8 giorni di zona rossa, a singhiozzo per coprire Natale e Capodanno, possono bastare a impedire un rimbalzo di Covid-19? “Me lo auguro, ma a questo punto non lo so”, ha commentato l’infettivologo Massimo Galli è cauto sui possibili effetti ‘protettivi’ della strategia che sarebbe al vaglio del Governo per le feste.
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