Dpcm, il meccanismo per decidere la chiusura delle Regioni
Il governo si prepara ad annunciare il nuovo Dpcm che punta a limitare il contagio da Coronavirus in Italia attraverso la chiusura di alcune Regioni e apportando restrizioni agli spostamenti e alle attività sociali e commerciali. Ma le limitazioni non saranno uguali su tutto il territorio nazionale: il Paese sarà diviso in tre aree a seconda dell’indice di contagio e di altri 21 parametri di rischio – che monitorano lo stato delle strutture ospedaliere e altri fattori – calcolati per ogni Regione. Significa che saranno previste limitazioni “base” per tutte le Regioni, contenute nel Dpcm, e altre più stringenti man mano che si sale nella scala del rischio – basso, intermedio o alto – le quali entreranno in vigore con un’ordinanza del ministero della Salute.
Livello alto: Regioni con Rt superiore a 2,0 – lockdown (con industrie e scuole elementari aperte)
Ad oggi, stando alle indiscrezioni trapelate nel corso delle concitate ore di negoziazione in sede di consiglio dei Ministri, risultano tre le Regioni che andranno sicuramente incontro a un lockdown simile a quello già affrontato a marzo: Piemonte, Lombardia, con un indice Rt rispettivamente del 2,16 e del 2,09, e Calabria, con un indice Rt più basso – 1,66 – ma ritenuta a rischio elevato per via dei livelli inadeguati di assistenza sanitaria. Oltre alla chiusura delle scuole dalla seconda media in su e a quella di bar e ristoranti, in queste zone tutte le attività economiche essenziali saranno sospese, ad eccezione delle industrie. Gli spostamenti saranno garantiti per ragioni lavorative, di salute, e per svolgere attività fisica, con un’incognita relativa alle passeggiate, che il premier Conte vorrebbe concedere e il ministro Speranza, invece, vietare.
Livello medio: Regioni con Rt superiore a 1,5 – coprifuoco, Dad dalle medie e chiusure parziali
Per quanto riguarda le Regioni della fascia di rischio intermedia, queste dovrebbero essere Puglia, Liguria, con un indice di contagio rispettivamente del 1,54 e dell’1,65 e probabilmente anche Campania (1,66), Veneto e Sicilia. Nelle aree con livello di pericolo medio chiuderanno solo bar e ristoranti, ma non i negozi, e a partire alle 21 o dalle 22 scatterà il coprifuoco. Il governo discute ancora sull’orario in cui far partire il divieto agli spostamenti notturni, con il Pd che spinge per le nove di sera e Conte e Italia Viva che invece vorrebbero ritardare di un’ora l’inizio.
Livello base: Rt inferiore a 1,5 – coprifuoco, Dad dalle superiori e chiusure anticipate
Coprifuoco previsto anche nelle Regioni a “rischio minimo”, dove avranno effetto solo le misure contenute nel Dpcm, che consistono anche nella chiusura di centri commerciali solo nei weekend, nella Dad al 100 per cento per le scuole superiori e nella chiusura dei musei. Bandite le slot machine nelle tabaccherie, possibilità di congedo parentale per i genitori con figli alle scuole medie e limite alla capienza del trasporto pubblico locale al 50 per cento. Bar, ristoranti, esercizi commerciali e industrie resteranno aperti.
Nuovo Dpcm: il meccanismo di valutazione del rischio per la chiusura delle Regioni
Ma il meccanismo contenuto nel Dpcm sarà tale per cui quando l’Rt e gli altri parametri – in cui rientrano anche il numero dei casi sintomatici, i ricoveri, i casi nelle Rsa, la percentuale di tamponi positivi, il tempo medio tra sintomi e diagnosi, il numero di nuovi focolai, l’occupazione dei posti letto sulla base dell’effettiva disponibilità – supereranno la soglia del pericolo, scatteranno in automatico le ordinanze del ministero della Salute, che faranno rientrare una Regione nell’area di rischio più elevata, fino al lockdown. I governatori co-firmeranno il provvedimento, ma la responsabilità politica ricadrà sulle spalle dell’esecutivo, con le regole che scatteranno anche in caso di rifiuto da parte dei presidenti.
Nuovo Dpcm: gli spostamenti interregionali
Resta ancora aperta la partita relativa agli spostamenti interregionali: il premier vorrebbe applicare un sistema tale da consentirli almeno tra le Regioni a rischio simile, con chiusura dei confini tra quelle con il massimo grado di pericolo. Il Pd, il ministro della Salute e i presidenti di Regione invocano invece un nuovo blocco generalizzato ai movimenti, come quello in vigore a marzo. Per il premier, però, dovrebbe essere una norma ordinaria e non un Dpcm a sancirlo.
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