Dorgali (Nuoro), attentato contro la sede del Pd: esplode una bombola di gas
Attentato contro una sede del Pd in Sardegna, precisamente a Dorgali, comune di circa 8.500 abitanti in provincia di Nuoro. Secondo le prime informazioni degli investigatori, riportate dall’Ansa, gli uffici nella centrale via Lamarmora sarebbero stati fatti saltare in aria utilizzando una bombola di gas. L’esplosione avrebbe provocato gravi danni all’edificio.
Sul posto sono intervenuti i Carabinieri, che stanno effettuando i rilievi e hanno avviato le indagini, ma anche gli uomini della Polizia e i vigili del fuoco.
L’attentato è avvenuto intorno alle due di stanotte. L’onda d’urto dell’esplosione, che ha completamente divelto l’ingresso della sede dem, ha anche danneggiato un’auto parcheggiata vicino all’edificio. Fortunatamente non si registrano feriti. la bombola di gas potrebbe essere stata azionata a distanza con un innesco.
Le indagini: sentite alcune persone
Per fare chiarezza sull’attentato che ha distrutto la sede Pd sono partite indagini a tutto campo dei carabinieri di Siniscola. Stando a quanto emerso gli investigatori hanno sentito alcune persone per capire meglio i contorni della vicenda. Probabilmente saranno acquisite le eventuali immagini di sistemi di videosorveglianza della zona. I militari in mattinata confermano per ora che si tratta dell’esplosione di una bombola di gpl nell’edificio di due piani di via Lamarmora.
Cardedu (Nuoro), incendiata auto del sindaco
Dopo quello alla sede del Pd di Dorgali è emerso un altro attentato in provincia di Nuoro. È stata incendiata l’auto del sindaco di Cardedu, località costiera dell’Ogliastra. Nel mirino è finita l’Audi A4 di Matteo Piras, eletto con una lista civica. La vettura era parcheggiata sotto l’abitazione del primo cittadino. L’episodio è avvenuto nel cuore della notte, intorno alle ore 3.20. L’auto è stata completamente distrutta, nonostante l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco del distaccamento di Lanusei. Sul posto sono poi intervenuti anche i carabinieri della Compagnia di Jerzu.
“Un gesto assurdo totalmente inaspettato, ma io – ha commentato il sindaco all’Ansa – non mi arrendo, andrò avanti, la democrazia non può finire con questi atti altrimenti vivremmo nella giungla”. E ancora: “Il modo per farmi conoscere le problematiche – ha proseguito il primo cittadino – sarebbe dovuto essere un altro: venire a dirmelo a voce, in maniera civile. Vivo in mezzo ai miei concittadini, mi avrebbero potuto fermare anche per strada: avremmo chiarito in questo modo”.