Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Donnexstrada.
C’è un trend che non cessa mai di crescere nelle aule dei tribunali: quello delle violenze domestiche, sessuali, dei maltrattamenti, abusi e atti persecutori sulle donne. Lo squallido quadro che vede la donna vittima e l’uomo carnefice è sempre più preoccupante e necessita urgentemente di una sola strada: il primo passo. La scelta da parte della donna di denunciare e concedersi un nuovo inizio è la più importante.
In questa direzione Donnexstrada c’è come sempre nel concreto. Uno dei servizi dell’associazione è il supporto legale a prezzi calmierati e con un primo contatto gratuito. Un team di avvocati mette a disposizione le proprie competenze a tutela e sostegno del diritto.
Molestie, stalking, cyberstalking, revenge porn, violenza privata, maltrattamenti in famiglia, minacce, lesioni personali, separazione, divorzi, ordini di protezione contro gli abusi familiari, giudizi risarcitori, procedimenti davanti al tribunale dei minori, decadenza o limitazioni della responsabilità genitoriale.
L’ampia squadra legale di Dxs si pone all’ascolto in un primo colloquio per rispondere a tutti i dubbi e suggerire le possibili strade da percorrere nello specifico caso. Lo fa in modo immediato e trasversale grazie alle competenze legali ma anche in modo empatico, comprendendo il disagio che vive la donna vittima di violenza.
La violenza fa paura e una caratteristica tipica della donna vittima di queste condotte aggressive (verbalmente, fisicamente o psicologicamente) è che tende a sminuire le atroci azioni subite quindi, o non sporge denuncia o, se lo fa, conseguentemente ritira la denuncia. Lo fa per paura, vergogna, solitudine.
Secondo i dati Istat, nel 2021 su 10 donne che portano a compimento il processo di uscita dalla violenza, 4 raggiungono gli obiettivi prefissati, 6 lo abbandonano o lo sospendono. Obiettivo di Dxs è invertire la tendenza togliendo alle donne quella paura, quella vergogna, quella solitudine, attraverso la concretezza delle azioni legali.
La convenzione di Istanbul di maggio 2011 del Consiglio d’Europa ha standardizzato la prevenzione e il contrasto della violenza di genere, che nel trattato viene così definita: “comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella sfera pubblica che nella sfera privata”. Formulando la nozione di violenza si disciplina l’azione successiva concreta. I paesi che hanno sottoscritto il trattato hanno l’obbligo di criminalizzare tali condotte violente.
“Denunciare le situazioni di violenza e di maltrattamenti è fondamentale ed è importante sapere che con il Codice Rosso questa tipologia di reati ha una corsia preferenziale. La giustizia è rapida nel far partire le indagini e il procedimento. Oggi sono due le cose da non fare: alimentare la vittimizzazione secondaria, lasciare sole le vittime che scelgono di denunciare.” afferma Valentina Nichele, avvocata familiarista del team DXS.
In questo senso Dxs agisce su un duplice piano: l’aiuto concreto alle donne e lo sradicamento di certi stereotipi sociali e culturali. La vittimizzazione secondaria è la tendenza a colpevolizzare la vittima. Come tutta la violenza di genere, anche questo ha profonde radici culturali: i rappresentanti delle istituzioni, in quanto espressione della società, possono essere portatori, anche inconsapevoli, di pregiudizi e stereotipi di genere che sono alla base della violenza domestica, e possono far ricadere sulla vittima delle colpe per ciò che ha subìto.
A questo proposito il commento di Viviana Lala, avvocato penalista di Dxs: “Uno dei principali obiettivi perseguiti da Donnexstrada è rappresentato dal contrasto al fenomeno della cosiddetta “vittimizzazione secondaria” ovvero di quella forma di vittimizzazione che non si verifica come diretta conseguenza dell’atto criminale, ma attraverso la risposta di istituzioni e individui alla vittima. A tal fine, occorre incidere sul profilo valoriale per riconoscere gli stereotipi culturali in cui si annida e si sviluppa la vittimizzazione secondaria, favorire un’etica politica della giurisdizione e pretendere che le istituzioni si attivino per rimuoverli.”
Per maggiori informazioni o per prenotare un primo contatto gratuito con il team legale di Donnexstrada è possibile compilare il modulo presente nella pagina https://donnexstrada.org/servizi/supporto-legale/
Leggi l'articolo originale su TPI.it