Donna denuncia Alessandra Vella – Devo ammettere che quando ho letto che un “scrittrice, opinionista per testate nazionali e autrice di saggi e ricerche sulla questione meridionale” aveva denunciato la Gip del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, per avere scarcerato Carola Rackete per deformazione professionale mi ero incuriosito.
Ho pensato che probabilmente, in mezzo alla pletora di ciarlatani, ci fosse finalmente alcuno in grado di costruire una tesi convincente e profonda.
Del resto una “storica” e “scrittrice” difficilmente potrebbe essere un ripetitore delle solite bufale e della misera propaganda del ministro dell’inferno e dei suoi affini.
Beh, mi sbagliavo. Al di là del fatto che la sua denuncia sia stata lanciata con tanto clamore dai soliti siti sovranisti all’amatriciana colpisce innanzitutto la motivazione che sta alla base della denuncia: “Le leggi non si interpretano, si applicano”.
Peccato che se la signora Ornella Mariani Forni (questo è il suo nome) avesse studiato un po’ di procedura penale saprebbe che esiste l’interpretazione giudiziale e che la giustizia si basa proprio su massime di esperienza ricavate proprio dal giudice che interpreta (appunto) nei limiti della legge.
Altrimenti saremmo tutti giudici, no? Tra l’altro la signora Forni ci dice di avere presentato addirittura due denunce: la prima contro la Vella e, testualmente, la seconda “per associazione a delinquere finalizzata alla tratta di immigrazione clandestina contro i quattro-cinque parlamentari del Pd che sono saliti sulla Sea Watch”, dice la Forni a AdnKronos.
Che non sappia se fossero quattro o cinque e che non sappia che non fossero tutti del PD sembra che non conti. No. Del resto è solo una “storica”, cosa vuoi che sia.
Allora ho deciso di mettermi a fare inchiesta com’è molto in voga di questi tempi e ho cercato su Google questa grande intellettuale di cui colpevolmente ignoravo l’esistenza: i risultati sono quasi tutti sulla trovata pubblicitaria ma si trovano altre chicche che meritano di essere considerate per valutare la dirompente forza della denuncia contro la Gip.
C’è ad esempio una sua lettera del 2017 scritta all’allora Ministro della Giustizia Andrea Orlando in cui tenuemente scrive: “Il suo Governo, invece, ha trasferito nel Sociale la legge bestiale che riconosce al più forte il diritto di spadroneggiare e se ne è fottuto dell’Etica, spingendosi con sprezzo di ogni ritegno anche al mutamento degli scadenzari naturali e accorciando i tempi dell’anno solare per solo imporci ulteriori, insostenibili balzelli; ha occupato tutti i settori della vita pubblica con personaggi servili e proni ai suoi interessi; ha nei fatti stravolto i valori costituzionali, privilegiando feccia a vario titolo in danno di Connazionali incapaci di reazione: comprati o intimiditi ha stimolato la reazione privandoci delle nostre tradizioni e consentendo a squallidi e mediocri Settori istituzionali di imporci moduli inaccettabili per il nostro sistema di vita; ha dato dell’italia l’immagine del Paese più corrotto e screditato del mondo, trasformando in accoglienti Buonisti i mazzettari di regime; ha imbavagliato la Stampa aggiogandola alle regole di una ormai conclamata Dittatura; ha assassinato la Democrazia e ridotto il Popolo allo stremo”.
Vabbè, mi son detto, forse in quel caso era proprio arrabbiata e ha perso un po’ le staffe.
Meglio guardarla dal vivo ospite delle “testate nazionali” di cui parla e così mi sono imbattuto in un suo video da opinionista (è qui) niente di meno che a Canale Italia dove Ornella Maria Forni si fa chiamare “scrittore” (perché dice che non vuole fare “la Boldrini” e che il suo lavoro è un lavoro “neutro” quindi si dice scrittore) e dice: “Sono arrivata ieri da Bruxelles perché com’è noto è stato presentato ieri un altro mio volume (a chi sia noto non ci è dato di saperlo nda) e non mi sono sentita in Europa perché a Bruxelles si parla arabo”.
Il profluvio continua con una sequela di offese all’Islam e all’Europa che ricordano tanto i commenti destrorsi sui social, con la sola differenza del congiuntivo al posto giusto.
Ma i libri della “scrittore”?, chiederete voi. Introvabili. Se non in una determina della Provincia di Benevento che ne compra per 12mila euro (qui). E, chissà perché, mi è venuto da pensare che il giudice Vella possa dormire sonni tranquilli.
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