DISCOTECA CORINALDO SEQUESTRATA – I carabinieri hanno eseguito un decreto del gip del Tribunale di Ancona che ha disposto il sequestro preventivo della discoteca Lanterna Azzurra Clubbing di Corinaldo dove nella notte tra il 7 e l’8 dicembre scorsi morirono 6 persone (5 adolescenti e una madre 39enne). Gli approfondimenti investigativi, fa sapere la Procura, “hanno evidenziato gravi carenze della struttura, che la rendono inidonea alla destinazione a locale di pubblico spettacolo e tale da non garantire, in caso di emergenza, le necessarie condizioni di sicurezza”.
Discoteca Corinaldo sequestrata | Indagati membri della Commissione di Vigilanza
Intanto per la strage si allarga la lista degli indagati. Oltre che nei confronti dei gestori, dei proprietari e di un addetto alla sicurezza, già indagati nel procedimento per la morte di 6 persone, la Procura di Ancora ha deciso di procedere anche per i componenti della Commissione unificata di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo dei Comuni associati di Corinaldo e Castelleone di Suasa nell’unione Misa e Nevola.
Per loro si valutano le ipotesi di concorso in omicidio colposo plurimo, disastro colposo e falsità ideologica in atto pubblico.
Discoteca Corinaldo sequestrata | Locale classificato come magazzino agricolo
L’immobile sequestrato che ospita la discoteca – scrive la Procura a proposito delle indagini svolte con l’ausilio delle consulenze tecniche – è tuttora classificato come magazzino agricolo, poiché il suo “cambio di destinazione d’uso non e mai stato formalmente rilasciato” e conseguentemente “non è mai stato rilasciato un certificato di agibilità urbanistica”.
Discoteca Corinaldo sequestrata | Locale classificato come magazzino agricolo
Inoltre, fa sapere la Procura, l’uscita di sicurezza della Lanterna Azzurra Clubbing di Corinaldo, è “risultata strutturalmente e funzionalmente inidonea allo scopo come emerge dalle numerose irregolarità accertate”.
Tra le irregolarità accertate ci sono lo scivolo e scala a ventaglio “privi di dispositivi di sicurezza”, punto di raccolta inadeguato, privi di illuminazione e di idonee segnalazioni dell’uscita esterna; due balaustre, di fattura artigianale e in stato di ossidazione avanzata, considerate “non idonee a sopportare le sollecitazioni delle azioni di spinta, derivanti da un rapido deflusso del pubblico in situazione d’emergenza”.
“Le caratteristiche tecniche delle vie di esodo e del sistema di areazione del locale – dice ancora la Procura – sono tali da non poter consentire l’ingresso del numero complessivo di 871 persone, numero indicato nella licenza rilasciata ex art. 68 Tulps dal Suap in data 20/10/2017 ma, ove autorizzabile, un numero molto inferiore”.
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