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    “Due disabili sono troppi, uno scenda dal treno”, controllore alla stazione di Milano

    Credit: Getty Images/ AFP

    Edoardo Lucheschi ha denunciato il fatto al fratello avvocato scrivendo, perché a causa della sua disabilità al cento per cento non può nemmeno parlare

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 26 Mar. 2019 alle 14:25

    È successo alla stazione di Milano Cadorna dove Edoardo Lucheschi, 45 anni e disabile al cento per cento, è stato costretto a scendere dal treno.

    “Scenda, sul treno c’è già un altro disabile, due sono troppi e lei non ha neanche preavvertito”. Questa è la frase che si è sentito dire dal controllore di Trenord.

    Edoardo Lucheschi ha denunciato il fatto al fratello avvocato scrivendo, perché a causa della sua disabilità al cento per cento non può nemmeno parlare.

    “Non solo perché bastava un minimo di flessibilità nell’interpretazione delle regole per evitare l’allontanamento ma anche perché se la gentilezza viene meno in questo mondo, come sta succedendo di questi tempi, emergeranno le fragilità di ognuno, e peggioreranno, e si starà tutti meno bene, come società. Cosa crede il controllore — aggiunge il fratello avvocato —, che fragili siano solamente i disabili? Tutti abbiamo vulnerabilità, nessuno escluso. Ci vuole un po’ di cura e attenzione all’umanità che ci sta intorno mentre si svolge il proprio lavoro”.

    A riportare il caso è il Corriere della Sera: venerdì 22 marzo nel tardo pomeriggio Edoardo è salito sul treno a Cadorna diretto a Bovisa accompagnato dalla signora che si occupa di lui durante il giorno.

    Saliti sul vagone è arrivato il controllore e si è rivolto a lui “in modo brusco” chiedendogli di scendere. “Gli ha detto che sul treno c’era già un altro disabile e che non poteva essercene un altro, non avendo mio fratello preavvertito della sua presenza”, ha detto il legale.

    Sul sito di Trenord c’è scritto che i passeggeri con disabilità sono invitati ad avvertire con 48 ore di anticipo.

    “Ma il punto è che mio fratello non richiedeva alcuna assistenza né un sedile particolare, era già sistemato e stava benissimo. Edoardo non ha neanche potuto ribattere, è sceso dal treno e tornato a casa con le lacrime agli occhi per la rabbia. Già è difficile per un disabile conquistare l’idea di poter fare qualcosa quasi come tutti gli altri, magari si sforza di organizzarsi, di non chiedere aiuto a esterni, di non pesare. E la sua parziale autonomia viene svilita così? Questo piccolo episodio è stato comportamento umiliante e discriminatorio”, ribatte il fratello.

    Trenord ha inviato una mail di scuse: “Ci dispiace moltissimo per quanto accaduto, segnaliamo la possibilità di avvalersi del nostro supporto tramite mail o numero verde”.

    “Siamo sgomenti per quanto accaduto e ci scusiamo molto. Abbiamo aperto un’indagine interna e preso contatto con lui per poterlo incontrare presto. Il fatto non doveva accadere e non rappresenta lo standard del servizio di assistenza che offriamo a circa 60 passeggeri ogni giorno”, aggiunge.

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