“Fino ad ora non ho mai pubblicato o commentato nulla sulla tragedia che ha colpito la mia famiglia nel mese di febbraio, ma oggi mi sento in dovere di farlo, poiché il fatto mi ha particolarmente toccato ed alterato”, si apre così il post su Facebook di Yves Chapellu il padre della piccola Valentina, morta a 17 mesi dopo essere stata visitata e dimessa per quattro volte dall’ospedale Beauregard di Aosta. E ora l’azienda Usl valdostana – che per questo vede quattro suoi pediatri indagati per omicidio colposo – chiede alla famiglia di pagare un ticket.
La bambina è mancata lo scorso febbraio dopo cinque giorni di coma. “A partire da metà gennaio era stata portata al pronto soccorso diverse volte (tra cui la sera dell’11 febbraio) a causa di febbre alta e malessere generale che persistevano, senza aver mai ricevuto visite più approfondite o un ricovero ospedaliero”. L’Asl della Valle D’Aosta nonostante la situazione ha mandato un sollecito alla famiglia per il pagamento di un ticket. Trenta euro, di cui cinque per i “diritti di segreteria“, che devono essere saldati entro 15 giorni se non si vuole andare incontro al “ricorso alle vie legali per il recupero del credito“. Il ticket a cui si fa riferimento è quello dell’11 febbraio. Il giorno seguente la bambina ha avuto un arresto respiratorio ed è stata trasportata all’ospedale Beauregard dal 118: è quindi entrata in coma.
Yves Chappellu si è sfogato su Facebook, definendo il sollecito “vergognoso e disgustoso” dato che “la bambina stava male ma è stata dimessa prescrivendoci l’aerosol” e che “circa 24 ore dopo quell’accesso è andata in coma e non si è più svegliata”. Il pagamento è richiesto alla luce del “codice bianco” assegnato. “A distanza di un giorno Valentina si è trovata in coma, altro che codice bianco!”, sottolinea l’uomo. I I primi risultati dell’autopsia avevano evidenziato una infezione polmonare (non legata al Covid-19).
“E’ stata semplicemente una richiesta ordinaria. Era un codice bianco, quindi chi ha fatto il sollecito per il pagamento del ticket ovviamente non era a conoscenza di ciò che è successo dopo. Quindi la richiesta dal punto di vista amministrativo è giusta, ma è inopportuna. Adesso la annulleremo e chiederemo scusa alla famiglia”, afferma Angelo Michele Pescarmona, commissario dell’Usl della Valle d’Aosta.
“Non è stato un errore: è stato giusto sollecitare un pagamento del ticket – ribadisce Pescarmona – per un passaggio in codice bianco, solo che era inopportuno, se chi ha fatto la richiesta fosse stato a conoscenza” del decesso della piccola. “È quasi un automatismo – aggiunge il commissario dell’Usl della Valle d’Aosta – sollecitare i ticket non pagati”.