Il governo è al lavoro per studiare un piano in grado di “salvare” i consumi natalizi. Sul tavolo di tecnici ed esperti c’è l’idea di una finestra di dieci giorni in cui interrompere le restrizioni e consentire lo shopping a ridosso di Natale. Il tutto è però rigidamente vincolato all’andamento della curva epidemiologica. I dati sono timidamente incoraggianti, con la parabola del contagio che non cresce più in modo esponenziale. E allora l’obiettivo è quello di tenere la stretta, con l’attuale modello “a semaforo”, fino al 3 dicembre, data di scadenza del Dpcm in vigore. Molte regioni sono ancora in ballo e rischiano di finire nella zona rossa, come detto ieri dal ministro Francesco Boccia: fra queste certamente l’Abruzzo, che con il suo governatore Marco Marsilio ha già anticipato il provvedimento nazionale. La riunione di oggi della cabina di regia nella quale vengono esaminati i numeri del report settimanale potrebbe portare anche Puglia e Basilicata in zona rossa.
È inoltre in arrivo un nuovo Dpcm, dal 4 dicembre, con un nuovo pacchetto di norme firmate Giuseppe Conte per la gestione dell’emergenza Coronavirus. Una serie di allentamenti. Come spiega il Corriere della Sera, la data-chiave è il 27 novembre: da quel giorno le Regioni potranno iniziare a cambiare fascia di rischio. Piemonte e Lombardia dovrebbero entrare in quella arancione. Il dpcm prevede anche l’apertura dei negozi dalle 9 alle 22, orari extra-large per permettere lo shopping natalizio in sicurezza; riaperti anche i centri commerciali nel fine settimana. Anche ristoranti e bar torneranno a lavorare, eccezion fatta per le zone rosse. Resterebbero però le linee guida: quattro posti al massimo per tavolo, obbligo di mascherina quando ci si alza, distanziamento.
Di fronte a queste nuove regole, sono destinate a cambiare anche le regole relative al coprifuoco, il divieto di circolazione, che potrebbe essere spostato alle 23 o alle 24.Non sembrano essere però previsti allentamenti in ingresso o uscita dalle regioni in fascia rossa e arancione, questo anche durante le festività natalizie.
“Non ci saranno veglioni, baci e abbracci. Lo pagheremmo a gennaio con più decessi”, ricorda Conte. La linea sarà quella di consentire raduni familiari con un numero di partecipanti limitato.
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