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    Diagnosticati all’ospedale Sacco di Milano i primi due casi di virus Oropouche

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 17 Lug. 2024 alle 12:39 Aggiornato il 17 Lug. 2024 alle 12:40

    Diagnosticati al Sacco di Milano i primi due casi di virus Oropouche

    Due pazienti, uno proveniente dal Brasile e l’altro da Cuba, sono arrivati in Lombardia presentando febbre alta, rash cutaneo, nausea e dolori muscolari: tutti sintomi di una malattia tropicale finora mai diagnosticata nella regione. Si tratta del virus Oropouche, un patogeno tipico del Sud America, simile alla Dengue e al West Nile, che si trasmette attraverso la puntura di moscerini o zanzare, ancora non identificati in Italia. Entrambi i casi sono stati classificati come “da importazione” e sono stati diagnosticati nel laboratorio di Bioemergenze dell’ospedale Sacco.

    “L’importanza di queste diagnosi effettuate in Italia – spiega Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio a La Repubblica – è cruciale per monitorare la diffusione del virus. Attualmente la diagnosi è riservata ai centri di riferimento per le arbovirosi, come il nostro, e si basa principalmente su tecniche molecolari sviluppate in casa. Di fronte alla diffusione di virus, anche se non ci sono rischi nel nostro Paese, è sempre importante non sottovalutare i sintomi e i dati epidemiologici e rivolgersi ai laboratori di riferimento.”

    Il principale insetto vettore del virus è il Culicoides paraensis, presente solo in Sud e Centro America e non in Europa. Tuttavia, considerando i collegamenti transoceanici e i frequenti spostamenti di merci e persone, è possibile che possa arrivare qui, magari attraverso valigie o container, come accaduto con i virus Dengue e West Nile. Da qui l’attenzione verso la malattia trasmessa dalla puntura di questo insetto, per la quale non esistono prove di trasmissione da uomo a uomo.

    Per diagnosticare i due casi – che si aggiungono ad altri due in altre regioni, portando il totale dei casi di virus Oropouche in Italia a quattro – il laboratorio del Sacco ha sviluppato autonomamente il test diagnostico utilizzando tecniche molecolari home-made. Questo è uno degli ultimi successi del laboratorio del Sacco, un punto di riferimento nazionale per la diagnosi di numerose malattie infettive, dall’Ebola al Coronavirus. La struttura è stata guidata finora dalla professoressa Gismondo, che a breve andrà in pensione, e che durante la pandemia ha spesso sottolineato la necessità di non temere eccessivamente il Sars-Cov-2, anche andando controcorrente.

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