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    Il pm Di Matteo: “Bonafede mi ha offerto la nomina a capo del Dap, ma poi ha cambiato idea”

    Credit: Ansa

    Il ministro della Giustizia si è detto "esterrefatto" dalla ricostruzione del procuratore antimafia a Non è l'arena, e c'è già chi chiede le sue dimissioni

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 4 Mag. 2020 alle 13:08 Aggiornato il 4 Mag. 2020 alle 19:52

    Il pm Di Matteo: “Bonafede mi ha offerto la nomina a capo del Dap, ma poi ha cambiato idea”

    “Bonafede mi chiese se ero disponibile ad accettare il ruolo di capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria o, in alternativa, quello di direttore generale degli affari penali. Chiesi 48 ore di tempo di tempo per dare una risposta. Quando ritornai, avendo deciso di accettare la nomina a capo del Dap, il ministro mi disse che ci aveva ripensato e nel frattempo avevano pensato di nominare Basentini”. Il pm Nino Di Matteo, intervenuto telefonicamente a Non è l’arena, su La7, accusa apertamente il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di avergli offerto e poi negato la nomina a capo del Dap dopo lo scandalo riguardante le scarcerazioni dei boss mafiosi detenuti al 41-bis e mandati ai domiciliari per la mancata possibilità di garantire loro adeguate cure in carcere causa dell’emergenza Coronavirus.

    Nelle ore intercorse tra la proposta del ministro della Giustizia e la sua decisione, Di Matteo ricorda che “alcune informazioni che il Gom della polizia penitenziaria aveva trasmesso alla procura nazionale antimafia ma anche alla direzione del Dap, quindi penso fossero conosciute dal ministro, avevano descritto la reazione di importantissimi capimafia, legati anche a Giuseppe Graviano e ad altri stragisti all’indiscrezione che io potessi essere nominato a capo del Dap”. I boss, racconta, dicevano “se nominano Di Matteo è la fine”. “Al di là delle loro valutazioni”, prosegue Di Matteo, “andai a trovare il ministro 48 ore dopo, avevo deciso di accettare la nomina a capo del Dap ma improvvisamente mi disse che ci aveva ripensato”.

    “Al ministro dissi ‘Mi consenta di parlare con i miei famigliari prima di decidere’, e quando andai per dire che avrei accettato Dap, nel frattempo il ministro ci aveva ripensato o qualcuno l’aveva indotto a ripensarci questo non lo posso sapere. ‘La vorremmo come nostro collaboratore, può scegliere o essere nominato al Dap, e lo passo fare io subito,  o può scegliere la direzione degli affari penali, ma in questo caso deve aspettare la maturazione di una situazione’, era la prima offerta di Bonafede”, secondo quanto detto da Di Matteo durante il programma condotto da Massimo Giletti. Ma anziché la nomina al Dap, nel secondo incontro, “il ministro mi chiese di accettare il ruolo di direttore generale al ministero. Il giorno dopo gli dissi di non contare su di me perché non avrei accettato”.

    Il ministro Bonafede, intervenuto telefonicamente durante lo stesso programma, ha detto di essere “esterrefatto nell’apprendere che viene data un’informazione che può essere grave per i cittadini, nella misura in cui si lascia trapelare un fatto sbagliato, cioè che la mia scelta di proporre a Di Matteo il ruolo importante all’interno del ministero sia stata una scelta rispetto alla quale sarei andato indietro perché avevo saputo di intercettazioni. Gli ho parlato della possibilità di fargli ricoprire uno dei due ruoli di cui ha parlato lui, gli dissi che tra i due ruoli per me era più importante quello di direttore degli affari penali, più di frontiera nella lotta alla mafia ed era stato il ruolo ricoperto da Giovani Falcone”, ha aggiunto il Guardasigilli.

    Dopo le dimissioni di Basentini, la guida del Dap è andata al magistrato siciliano Dino Petralia. L’opposizione ora chiede le dimissioni dell’esponente M5S. “Fossi Alfonso Bonafede, domani mattina rassegnerei le mie dimissioni di ministro della Giustizia”, ha commentato la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. “Dopo le parole di Nino Di Matteo da Giletti a ‘Non è l’arena’, Alfonso Bonafede venga immediatamente in Parlamento. Le gravissime accuse del pm non possono cadere nel vuoto: o Di Matteo lascia la magistratura o Bonafede lascia il Ministero della Giustizia”, ha scritto su Twitter Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. “Bonafede non può più essere il ministro della Giustizia. Dopo le dichiarazioni gravissime del dottor Di Matteo e le risposte imbarazzanti rese dallo stesso Guardasigilli, non resta che questa decisione già indicata da tempo dalla Lega sin dal primo giorno dello scandalo sulle scarcerazioni ai boss mafiosi”, sostengono i parlamentari della Lega in commissione Antimafia.

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