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    Roma, omicidio della 16enne Desirée Mariottini a San Lorenzo: rinviate a giudizio quattro persone

    La 16enne trovata morta a Roma Desirée Mariottini

    La 16enne è stata trovata morta tra il 18 e 19 ottobre del 2018 in un immobile abbandonato nel quartiere san Lorenzo a Roma

    Di Maria Teresa Camarda
    Pubblicato il 21 Ott. 2019 alle 13:50 Aggiornato il 10 Gen. 2020 alle 20:19

    Omicidio di Desiree Mariottini: rinviate a giudizio quattro persone

    Quattro persone sono state rinviate a giudizio per l’omicidio di Desiree Mariottini, la 16enne trovata morta tra il 18 e 19 ottobre del 2018 in un immobile abbandonato nel quartiere San Lorenzo a Roma. Lo ha deciso oggi, 21 ottobre, a Roma, il giudice per l’udienza preliminare.

    La sedicenne, che abitava a Cisterna di Latina, fu trovata morta nella notte tra il 18 e il 19 ottobre dell’anno scorso, in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo a Roma. Dalle indagini successive sul cadavere risultò, tra l’altro, che la ragazza aveva assunto stupefacenti ed era anche stata stuprata.

    A processo sono stati rinviati i nigeriani Alinno Chima, Mamadou Gara, detto Paco, il ghanese Yusef Salia e il senegalese Brian Minthe.

    Le quattro persone sono accusate di omicidio volontario e violenza sessuale di gruppo e cessione e somministrazione di droghe a minori.

    Il processo è stato fissato per il 4 dicembre davanti alle terza corte d’assise. Nel processo si sono già costituite come parti civili il Campidoglio, la Regione Lazio e due associazioni: ‘Insieme con Marianna’ e ‘Dont’t worry – Noi possiamo Onlus’.

    Le indagini sulla morte di Desiree Mariottini

    Indagini complesse quelle svolte dagli inquirenti che si sono basate anche sul racconto di alcuni testimoni grazie ai quali magistrati e squadra mobile sono riusciti a mettere in fila i tasselli per arrivare ad un quadro probatorio sufficiente ad affrontare un processo. Di fatto Desiree è rimasta in balia dei quattro arrestati per alcune, interminabili ore.

    Una lenta agonia prima della morte, in cui la giovanissima vittima era stordita da un mix letale di droga mentre il branco avrebbe abusato più volte di lei.

    Nell’ambito dell’udienza preliminare è stato svolto anche un incidente probatorio durante il quale sono stati ascoltati una serie di testimoni che erano presenti nello stabile in quelle drammatiche ore.

    “Gli imputati ci hanno impedito di allertare i soccorsi per aiutare la ragazza”, hanno ribadito fornendo elementi che verranno utilizzati come prova dell’accusa nel corso del processo.

    Nella vicenda sono coinvolte altre tre persone nei confronti dei quali non è contestato il reato di omicidio. Il pusher Marco Mancini, accusato della cessione di sostanza stupefacente alla minorenne ha chiesto di patteggiare la pena così come Alexander Asumado, a cui è contestata la cessione di sostanze ad altre persone, sempre all’interno dello stabile abbandonato.

    Infine per il settimo indagato, Antonella Fauntleroy, accusata di avere ceduto droga a Desiree, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio.

    Desiree, il dolore dei familiari

    “Il nostro dolore non si potrà mai calmare. Nessuna sentenza ci restituirà mai la nostra Desirée”. È quanto afferma la nonna materna di Desirée Mariottini, lasciando il tribunale di Roma dopo la decisione del gup che ha disposto il processo per quattro persone accusate anche di omicidio volontario.

    Desiree Mariottini, uno degli imputanti denuncia i genitori

    Uno degli imputati, Salia Yusef, ha accusato i genitori di Desiree Mariottini di non occuparsi della figlia. “Se la ragazza quel giorno fosse stata in casa con i familiari, io Salia Yusef non sarei in carcere”: è una frase che si legge nella denuncia presentata dal ghanese.

    L’avvocato che lo difende, Maria Antonietta Cestra, si è spinta ancora più in là e, nel corso dell’incidente probatorio, ha presentato una denuncia di abbandono di minore ai danni dei suoi famigliari. Quella nottata, secondo i legali di Salia Yusef, si sarebbe potuta evitare se i genitori avessero esercitato “le normali e consone funzioni genitoriali sulla minore”. “Ossia – si legge ancora negli atti – semplicemente avrebbero dovuto controllarne i movimenti”.

    Chi era Desirée Mariottini, la ragazza drogata e uccisa a San Lorenzo
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