Il topolino ha partorito la montagna e i decreti sicurezza dell’ex ministro Salvini hanno emesso la prima pesante multa a Claus Peter Reisch, comandante della neve Elonore della Ong Lifeline, colpevole di avere salvato il 25 agosto scorso 104 persone dalla morte certa nel Mediterraneo e di avere dichiarato lo stato di emergenza a bordo per le pessime condizioni meteo che flagellavano il ponte stipato di persone.
“C’era stato un forte temporale, non si vedeva niente, la visibilità era pari allo zero e le 104 persone erano quasi tutte all’aperto, sul ponte della nave, stipate in poco più di 40 metri. Ognuno poco meno di mezzo metro di spazio a disposizione. Ed erano a bordo da più di una settimana. Dopo il temporale erano tutti bagnati fradici. Erano persone, come si fa a non capirlo? Per cercare di farli riscaldare li abbiamo fatti scendere nelle nostre cabine, quelle dell’equipaggio. Gli abbiamo fatto usare i nostri bagni, pure l’infermeria. Insomma, tutti gli spazi disponibili. Ma non bastavano”, ha raccontato il comandante in un’intervista a Adnkronos.
Ora Reisch ha 60 giorni per pagare la multa, come se fosse un divieto di sosta, di 300mila euro. Solo che Salvini non c’è più da un pezzo e al governo c’è una coalizione che aveva promesso di cambiare tutto mentre invece continua a sprecarsi in annunci e poco altro.
Sono gli stessi Decreti Sicurezza che lo scorso 31 dicembre rischiavano di riversare per strada migliaia di titolari di protezione umanitaria che sono stati salvati con una pezza messa all’ultimo momento dalla ministra Lamorgese.
La modifica di quesi decreti è una delle promesse più ripetute degli ultimi sei mesi, eppure anche questo mese non cambierà nulla: le elezioni regionali sono considerate troppo delicate per un tema che, dalle parti del governo, viene vissuto come impopolare.
Ma se qualcuno pensa che i decreti di Salvini verranno abrogati si sbaglia di grosso: secondo fonti del Viminale verranno abbassate le multe per le imbarcazioni (come se una legge ingiusta ma più tenue potesse essere più digeribile) e ci sarà una flebile marcia indietro sui permessi umanitari (senza comunque tornare alla situazione pre-Salvini).
Sia chiaro, ogni governo è libero di prendere le proprie decisioni ma questo affannarsi a declamare discontinuità in una situazione del genere diventa ogni giorno più insopportabile e ipocrita.
Che la ministra Lamorgese non usi i suoi social per mostrarsi mentre bacia i salami è un passo avanti, certo, ma che questo silenzio-assenso tenga in vita i Decreti Sicurezza dice di più di un milione di tweet.