Il Decreto Sicurezza Bis sarà dichiarato incostituzionale. Il primo a volerlo è proprio Salvini
Fino a 1 milione di euro di multa per le Ong che violano il divieto di ingresso in acque italiane. Arresto obbligatorio per il comandante. Sequestro immediato dell’imbarcazione. La criminalizzazione sistematica e legalizzata di chi salva vite in mare. Un Parlamento calpestato, martoriato e ridotto a maggiordomo dell’esecutivo. La violazione ripetuta e consapevole di una mezza dozzina di obblighi e trattati internazionali. Non serve un autorevole giurista per rendersi conto che il Decreto Sicurezza Bis, approvato ieri sera in Senato a colpi di fiducia, violi a più riprese la Costituzione italiana. Ma, al tempo stesso, non serve un raffinato politologo per realizzare che è esattamente quello che vuole Salvini.
Se c’è qualcuno oggi in Italia che non ha alcun interesse a risolvere il problema immigrazione, quello è proprio il ministro dell’Interno, che sulla propaganda anti-migranti ha costruito almeno 2/3 del suo attuale consenso. A certificarlo, se mai ce ne fosse bisogno, sono due diversi sondaggi incrociati usciti a metà luglio: il primo, targato Ipsos, sottolinea come ben il 59 per cento degli italiani sia d’accordo con la politica dei porti chiusi; un secondo studio (Swg) certifica che è proprio grazie alla retorica anti-Ong se oltre 6 italiani su 10 restano saldamente dalla parte di Salvini in materia di immigrazione. Tradotto? Salvini continua a pescare consensi a pieni mani sul tema migranti, ma, per farlo, ha bisogno di continuare a puntare il dito contro un “nemico” chiaro, riconoscibile e possibilmente straniero.
E così, paradossalmente, una volta incassati gli immediati dividendi elettorali del voto di ieri, il Decreto Sicurezza Bis rischia di diventare un ostacolo per la campagna permanente di Salvini e della “Bestia”. Se il combinato disposto di sanzioni economiche e penali dovesse riuscire nell’apparente intento di spazzare via definitivamente le Ong dal Mediterraneo, il ministro della Propaganda rischia di veder sparire dalla scena l’emblema stesso di quella presunta “invasione” e il capro espiatorio perfetto da esporre quotidianamente al ludibrio social.
Per questo, al netto della disumanità del Decreto, ora si apre un’altra e decisiva partita più giuridica che politica: quella sulla incostituzionalità. Ed è sufficiente scorrere rapidamente i passi più controversi dell’articolato per capire che chi ha licenziato questo testo lo ha fatto con l’obiettivo preciso, dichiarato e quasi programmatico, di oltrepassare i limiti della Costituzione.
A voler pensar male, si direbbe che lo scopo stesso del decreto non sia quello di fermare gli sbarchi (meno del 10 per cento, non a caso, riguardano le Ong), e men che meno di bloccare l’immigrazione clandestina, semmai di creare l’incidente costituzionale perfetto, che permetterebbe al contempo a Salvini di recitare ancora una volta il ruolo della vittima di “giudici e burocrati anti-italiani” e poter proseguire indisturbato quella battaglia navale permanente con le Ong di tutta Europa, sulla pelle dei migranti e di chi salva vite in mare [cosa prevede il Decreto Sicurezza Bis].
Come altro spiegare il famigerato articolo 2 del Decreto che, tra multe, arresti e sequestri, calpesta esplicitamente non solo gli articoli 3 e 10 della nostra Carta costituzionale, ma almeno altri otto tra accordi e trattati internazionali? In rigoroso ordine cronologico: la Dichiarazione universale dei diritti umani (1948), la Convenzione europea sui diritti dell’uomo (1950), la Convenzione sullo Statuto dei rifugiati (1951), la Convenzione internazionale sui diritti economici, sociali e culturali (1966), il Patto internazionale sui diritti civili e politici (1966), la Convenzione internazionale sulla ricerca e il salvataggio marittimo (1979), la Convenzione Onu sul diritto del mare (1982), la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (2000).
Mentre milioni di italiani esultano, illudendosi di aver definitivamente “sconfitto” le Organizzazioni non governative e tutte le capitane Carola di ieri, oggi e domani, Salvini sa benissimo che il Decreto Sicurezza Bis non solo sarà dichiarato incostituzionale dalla Consulta, ma non avrà mai alcuna possibilità di essere applicato. E così, quasi senza accorgercene, abbiamo finito per ritrovarci con un Parlamento ostaggio della propaganda e del tifo da stadio, spolpato dall’esecutivo di ogni sua autonomia e prerogativa, ridotto a mera propaggine legislativa di un tweet o di una diretta Facebook. Il tutto per votare un decreto nato morto prima ancora di uscire dal Parlamento che non sposterà di una virgola il numero di sbarchi e la sicurezza percepita degli italiani, ma sposterà altre centinaia di migliaia di voti verso Salvini e la Lega. Con tanto di dedica alla Vergine Maria.
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