Decreto anti-Covid: slitta la riapertura dei centri commerciali nel weekend
Salta la riapertura dei centri commerciali nel weekend: nel testo finale del decreto anti-Covid, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, infatti, non vi è alcun riferimento, così come inizialmente previsto nella bozza del disegno di legge, alla possibilità di riaprire, solo in fascia gialla, i centri commerciali, i parchi commerciali e le strutture analoghe nei festivi e prefestivi a partire dal 15 maggio.
Per il momento, quindi, è confermata la chiusura dei centri commerciali nel weekend e non è fissata alcuna data per la loro riapertura anche nel fine settimana.
Una decisione che ha provocato l’ira del presidente di Federdistribuzione, Alberto Frausin, che, insieme ad altre associazioni del commercio, hanno chiesto un incontro urgente al premier Draghi.
“È una scelta inaspettata e senza alcuna spiegazione” ha dichiarato Frausin, che aggiunge: “Non possiamo accettare che le aziende del commercio, che hanno sempre risposto con responsabilità durante tutte le fasi dell’emergenza pandemica, non abbiano una prospettiva certa sulla data di riapertura dei punti vendita, a differenza di tutti gli altri settori”.
“Chiediamo che la riapertura dei Centri commerciali e dei Parchi commerciali durante i fine settimana ritorni nell’agenda di Governo al più presto”.
Protestano anche dei capigruppo di Camera e Senato della Lega, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo, “Non ci siamo – hanno dichiarato gli esponenti del Carroccio – Nella notte è sparita dal decreto la riapertura dei centri commerciali nei weekend inizialmente prevista a partire dal 15 maggio”.
“Il decreto era immodificabile per pranzare al chiuso e per togliere il coprifuoco alle 22, ma è stato ritoccato per ammassare più studenti sui mezzi pubblici e per punire il commercio. Così non va” ha affermato, invece, il leader della Lega, Matteo Salvini.
“Decisione incomprensibile e punitiva” ha invece commentato Giorgia Meloni, che ha chiesto al governo di “correggere oggi stesso questa assurdità, che rischia di dare il colpo di grazia ad un comparto già in grande sofferenza e mettere a repentaglio decine di migliaia di posti di lavoro”.
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