Il colore blu, le dodici stelle. La bandiera dell’Unione Europea avvolge il feretro portato in spalla. La commozione e il dolore riempiono piazza della Repubblica e la basilica di Santa Maria degli Angeli. Così come i fiori e le corone deposte all’ingresso della chiesa e sull’altare per i funerali di stato del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli.
La bara è accolta dal picchetto d’onore nella piazza presidiata dalle forze dell’Ordine e viene accompagnato da sei carabinieri in alta uniforme all’interno della basilica. In chiesa ci sono la moglie Alessandra Vittorini, i figli Giulio e Livia Sassoli, i famigliari, le alte cariche dello Stato e le istituzioni Ue. Ci sono il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Presenti anche alcuni ministri, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, i senatori, tra le trecento persone all’interno della chiesa. All’esterno i cittadini seguono la messa da un maxischermo.
“Sceglievi parole pacate e calibrate, le scagliavi come un arciere nel nostro cuore, parole che hanno modellato il nostro Paese e l’Europa, parole che profumano di fraternità”, con queste parole padre Francesco Occhetta ha aperto i funerali, a mezzogiorno.
L’arcivescovo di Bologna, Matteo Maria Zuppi, nell’omelia ha ricordato David Sassoli, suo amico dai tempi del liceo: “Era un uomo di parte e anche un uomo di tutti, la sua parte era quella della persona: per lui la politica doveva essere per il bene comune. Ecco perché voleva un’Europa unita con i valori fondativi, e ha servito perché le istituzioni funzionassero. Non ideologie ma ideali, non calcoli ma una visione”. E ha aggiunto “David ci aiuta a guardare il cielo. Lui che lo ha cercato sempre, da cristiano in ricerca eppure convinto, che ha respirato la fede e l’impegno cattolico, democratico e civile a casa, con i tanti amici del papà e poi i suoi. Credenti impetuosi e appassionati, come Giorgio La Pira o don Primo Mazzolari. Come David Maria Turoldo, del quale porta il nome”.
Commosso il ricordo degli ex colleghi del tg1. La giornalista Elisa Anzaldo ha ricordato i tempi del telegiornale, di quando “arrivava trafelato in studio” e poi alle 20.00, con garbo, entrava nelle case degli italiani. Ha parlato di quando anziché stare sui social diceva “Ma io sono qui, parliamoci”. E poi: “Diceva che è social buttare giù un muro, perché dietro c’è un mondo. Che è social accogliere un migrante, perché dietro di lui c’è una comunità. Che la famiglia è più ricca e moderna di un gruppone Facebook”. E poi rivolgendosi a lui: “se a mensa se ti scappava poco poco l’inizio di una discussione politica non ti si fermava più, partivi da De Gasperi, per concludere che qualcosa comune bisognava farla. E l’hai fatta. Dicevi, il problema degli altri è il mio problema, L’indifferenza non è un’opzione, tutti gli insegnamenti di don Milani che avevi respirato a casa e raccontavi a noi”, ha raccontato Anzaldo.
A chiudere l’ultimo saluto a David Sassoli, il ricordo della moglie e dei figli. “Oltre a buongiorno e buonasera, esclamavi sempre “evviva”, come se anche solo incontrarsi fosse già una vittoria”, ha raccontato Giulio Sassoli. Ha parlato poi della dignità “di chi non ha mai fatto pesare la sua malattia, né ora né anni fa. In un mondo di scuse, dicevi “Sì ma io c’ho da fa’’”. E in conclusione: “Grazie papà, buona strada. E mi raccomando, giudizio”, come era solito dire ai suoi figli il presidente del Parlamento europeo. Livia Sassoli ha scelto, invece, le parole dell’ultimo messaggio pronunciato dal padre prima di Natale.
“‘Ho avuto una vita bella, decisamente molto bella. E finirla a 65 anni è davvero troppo presto’. Questo mi dicevi solo due settimane fa, quando avevi capito già tutto, mentre noi giocavamo a nasconderci la realtà, sperando l’impossibile. Troppo presto davvero”, ha detto la moglie Alessandra Vittorini nel ricordo dedicato al marito, suo compagno di vita dai tempi della scuola. “”Famiglia e politica, famiglia e passione, altri luoghi e altri impegni, in cui hai costruito con tenacia il tuo modo di essere, il tuo modo di fare e i tuoi valori – ha detto – Noi siamo stati il tuo punto fermo, ma dividerti e condividerti con altri ha prodotto quella cosa immensa cui stiamo assistendo in queste ore, nel coro unanime di riconoscimenti, nelle file di persone che vogliono salutarti, nei fiori e nei biglietti che abbiamo trovato l’altroieri al nostro ritorno, attaccati al portone in strada”. Sottolineando che “l’amore non si divide, ma si moltiplica”.
Il feretro ha, poi, abbandonato la chiesa accompagnato da un lungo applauso che è proseguito anche all’esterno, dove tanti hanno voluto rendere omaggio a David Sassoli, l’uomo “che arrossiva ai complimenti”, come ha ricordato il figlio Giulio, nel giorno dell’ultimo saluto.