Dacia Maraini paragona le sardine a Gesù Cristo, e scatena la rivolta della comunità ebraica. La scrittrice ha espresso il suo pensiero in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera.
In particolare, è in questo passaggio che viene fatto un accostamento tra Gesù e il movimento di Mattia Santori e tanti altri giovani che sta riempiendo le piazze italiane: “Cristo ha rifiutato il vecchio testamento con le sue vendette, la misoginia e l’intolleranza. Proprio come questi ragazzi”.
Così scrive Dacia Maraini, che poi prosegue nella sua analisi: “In nome di Cristo sono state fatte delle orribili nefandezze. La scissione fra etica e politica è accaduta nel momento in cui la Chiesa, da idealistica e innovativa forza rivoluzionaria si è trasformata in un impero che ha subito costruito il suo esercito, le sue prigioni, i suoi tribunali, la sua pena di morte”.
Sulle sardine, Dacia Maraini ha poi spiegato: “Non pretendono di cambiare il mondo, ma di introdurre in una società sfiduciata e cinica, una nuova voglia di idealismo. […] Non hanno sbagliato simbolo secondo me, perché la sardina da sola non esiste, ma in una massa di corpi volanti, aiuta il mare a compiere i suoi cicli vitali”.
L’accostamento tra le sardine e Gesù non è affatto piaciuto alla comunità ebraica. Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, sulla sua pagina Facebook ha scritto: “Capisco che in questi giorni festivi si esaltino i buoni sentimenti e la non violenza. Capisco che si cerchi di sottolineare che il nuovo movimento politico che riempie le piazze porti una ventata di freschezza. Quello che mi riesce più difficile da capire è che si debba per forza trovare nelle complesse anime di questo movimento un afflato religioso natalizio. E ancora di meno capisco che si debba trovare in tutto questo una opposizione religiosa. Da una parte il vecchio testamento violento e misogino, dall’altra la rivoluzione cristiana pacifica e le sardine”.
“Un articolo ignobile, infarcito di falsità storiche e pregiudizi. […] Gesù sardina, una bestemmia. Diffidate di chi predica una bontà stucchevole, condita di false informazioni”.