Caso Cucchi, inizia il processo per depistaggio: il giudice si astiene: “Sono ex carabiniere in congedo”
È stato rinviato l’inizio del processo per depistaggio sul caso Cucchi nel quale sono imputati otto carabinieri, tra cui alcuni vertici dell’Arma, che doveva iniziare oggi, martedì 12 novembre. In apertura dell’udienza, infatti, il giudice Federico Bonagalvagno si è astenuto dal processo, spiegando di essere un ex carabiniere attualmente in congedo.
La decisione di Bonagalvagno è legata all’iniziativa dei legali dei familiari di Stefano Cucchi che avevano chiesto al giudice monocratico di astenersi dopo aver appreso da fonti aperte che Bonagalvagno aveva organizzato convegni a cui avevano partecipato alti ufficiali dell’Arma.
“Sono estremamente soddisfatta del fatto che il Giudice Bona Galvagno abbia ritenuto di astenersi accogliendo la nostra istanza”, ha scritto in un post Facebook Ilaria Cucchi, sorella di Stefano. “Ringrazio il mio e gli altri avvocati che hanno ritenuto opportuno doverla fare. Avevano ragione”.
Il nuovo giudice monocratico nominato è Giulia Cavallone. L’udienza, dopo la decisione di Bonagalvagno, è stata rinviata al 16 dicembre.
Caso Cucchi, il processo: imputati 8 carabinieri
I carabinieri sono accusati a vario titolo di aver depistato o dichiarato il falso sulla morte del 31enne romano, avvenuta nel reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma il 22 ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto per detenzione di sostanze stupefacenti.
Il processo si sta svolgendo presso la settima sezione penale del Tribunale di Roma. Gli otto carabinieri imputati sono Alessandro Casarsa, Francesco Cavallo, Luciano Soligo, Massimiliano Colombo Labriola e Francesco Di Sano (accusati di falso ideologico), Lorenzo Sabatino e Tiziano Testarmata (omessa denuncia e favoreggiamento) e Luca De Cianni (falso ideologico e calunnia). Qui chi sono i carabinieri imputati e i fatti per cui sono finiti a processo.
Tra le parti civili compaiono anche il Ministero della Difesa, l’Arma dei carabinieri e il militare dell’Arma Riccardo Casamassima, carabiniere che con le sue dichiarazioni ha contribuito a far aprire il processo bis sulla morte di Cucchi.
Oltre alla presidenza del Consiglio, al ministero della Difesa e dell’Interno e all’Arma dei carabinieri anche il dicastero della Giustizia ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo a carico degli otto carabinieri accusati di aver “depistato” l’inchiesta sul pestaggio in caserma subito da Stefano Cucchi la notte del suo arresto.
La richiesta, dopo l’astensione del giudice Federico Bona Galvagno, non è stata ancora vagliata e verrà esaminata nell’udienza prevista per il 16 dicembre quando il processo sarà celebrato dal giudice Giulia Cavallaro.
Processo per depistaggio caso Cucchi: i testimoni
Negli scorsi giorni l’avvocato Fabio Anselmo, ha presentato la lista dei testimoni che dovrebbero essere ascoltati secondo la famiglia di Stefano Cucchi.
Nella lista compaiono anche due ex ministri della Difesa (Trenta e La Russa) e sei generali dell’Arma dei Carabinieri, tra cui il comandante generale dell’Arma, Giovanni Nistri. Gli altri generali che potrebbero essere chiamati a testimoniare sono Vittorio Tomasone, Leonardo Gallitelli, Tullio Del Sette, Biagio Abrate e Salvatore Luongo.
Tra i testimoni indicati invece nella lista presentata al tribunale dal generale Alessandro Casarsa (imputato) c’è anche il pm Vincenzo Barba, il primo magistrato ad occuparsi dell’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi. L’avvocato Carlo Longari, che difende Casarsa, all’epoca dei fatti capo del gruppo dei carabinieri Roma, intende sentire in udienza il pm in riferimento alla relazione medica dell’ottobre 2009 redatta prima che, su input della procura, fosse eseguita l’autopsia di Cucchi e di cui il Comando Provinciale dei carabinieri di Roma sarebbe stato già a conoscenza. Sullo stesso punto, la difesa Casarsa ha citato come testimone anche il generale Vittorio Tomasone.
L’inchiesta sul depistaggio
L’inchiesta sul depistaggio è stata portata avanti dai magistrati Giovanni Musarò e Giuseppe Pignatone dopo il racconto del carabiniere Francesco Tedesco, uno degli imputati del processo Cucchi bis, che ha accusato i due colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo del pestaggio di Stefano Cucchi.
Il suo racconto ha portato a indagare su atti di falso e depistaggi compiuti tra il 2009 e il 2015. In particolare, Tedesco ha denunciato la scomparsa di un’annotazione di servizio da lui redatta il 22 ottobre 2009 e indirizzata ai suoi superiori, nella quale esponeva i fatti accaduti nella notte fra il 15 e il 16 ottobre precedente (quella in cui è avvenuto il pestaggio). Inoltre l’inchiesta riguarda le cosidette “doppie annotazioni” e l’ulteriore presunto depistaggio avvenuto nel 2015.
Questa inchiesta, che si è chiusa il 19 marzo 2019, ha portato a luglio al rinvio a giudizio degli otto carabinieri. In quell’occasione Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha parlato di “un momento storico e significativo per noi”.
Caso Cucchi, gli altri processi
La sentenza della Corte d’assise nel processo Cucchi bis, nel quale sono imputati cinque carabinieri, è attesa per il 14 novembre. L’ultima udienza si è tenuta oggi, 12 novembre, presso l’Aula bunker del carcere di Rebibbia.
Sempre giorno 14, la Corte d’appello emetterà il verdetto nel processo ai cinque medici dell’ospedale Pertini per omicidio colposo.