Sgombero via Cardinal Capranica a Roma | Intervista a Giuseppe De Marzo coordinatore nazionale Rete dei Numeri Pari
“Pensiamo ai bambini che sono lì dentro. Saranno stati terrorizzati, accerchiati tutta la notte”. Giuseppe De Marzo, coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari, commenta con queste parole lo sgombero in corso a via Cardinal Capranica, nel quartiere romano di Primavalle.
“Vi rendete conto del disagio psicologico che può provare un bambino? Dobbiamo vergognarci tutti. Che immagini assoceranno quei bambini nei prossimi anni quando guarderanno le forze dell’ordine o quando sentiranno un elicottero? Fermatevi, è una vergogna per il Comune e la Regione”.
Nell’ex scuola di via Cardinal Capranica, occupata dal 2003, vivevano 340 persone italiane e straniere, tra cui molte famiglie con bambini che frequentano gli istituti scolastici della zona e alcuni anziani.
L’immobile era nella lista prioritaria degli edifici da sgomberare a Roma decisa in un vertice in prefettura il 28 febbraio scorso col placet del Ministro dell’interno Matteo Salvini. Lo sgombero è stato giustificato con la motivazione che la struttura “è pericolante”.
Alcuni degli abitanti, sostenuti da associazioni, sindacati e cittadini che si sono radunati nei pressi dell’edificio, a ridosso della zona rossa, lamentano la mancata offerta di una soluzione alternativa degna.
In mattinata si sono registrati episodi di tensione con le forze dell’ordine, con alcuni cassonetti rovesciati, materiali come materassi e copertoni dati alle fiamme nelle vicinanze della struttura e un blocco stradale a piazza Clemente XI (Qui la diretta con foto e video di TPI).
Sgombero via Cardinal Capranica Roma, parla Giuseppe De Marzo (Rete dei Numeri Pari)
“Il livello di civiltà di una società si misura da come trattiamo le persone in difficoltà, da come trattiamo le persone più fragili”, ha detto De Marzo a TPI. “E se è questo il livello con cui misuriamo la nostra civiltà, questa è drammaticamente peggiorata. Oggi perdiamo tutti”.
De Marzo è il coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari, inizialmente promossa dal Gruppo Abele e da Libera. La Rete unisce centinaia di realtà sociali diffuse in tutta Italia con l’obiettivo di contrastare la disuguaglianza sociale.
“L’idea che nel nostro paese, dove abbiamo 9 milioni di persone in povertà, 12 milioni di italiani che non si possono più curare – e dove la forza delle mafie aumenta e i tagli al sociale proseguono – si vengano ad aggredire e criminalizzare le persone più povere e si proceda a uno sgombero senza fornire alternative alle persone che sono dentro è vergognoso”.
“Oggi provo tristezza e vergogna da cittadino italiano”, conclude De Marzo. Oggi la politica perde nei confronti della civiltà. È un tradimento completo della nostra Costituzione!”
Le associazioni e i movimenti per il diritto alla casa hanno protestato con un corteo che si è spostato da via Pietro Bembo a piazza Clemente XI, per poi dirigersi verso la fermata metro Battistini.
Gli attivisti, alcuni dei quali accorsi sul posto da quando ha avuto inizio lo sgombero nella notte, hanno ricordato la manifestazione di oggi contro il decreto sicurezza bis, prevista a Montecitorio alle ore 16.
L’assessore al Sociale del Comune di Roma Laura Baldassarre ha detto all’Ansa che “le persone che si sono fatte censire e sono rientrate nella categoria delle persone fragili sono 199. Una piccola parte ha trovato autonomamente un’alternativa, per tutte le restanti 176 abbiamo una proposta di accoglienza facendo rimanere uniti i nuclei familiari. In un caso c’è anche la casa popolare. Stamattina dalle 6.30 eravamo lì a far vedere le foto delle sistemazioni alternative agli abitanti per tranquillizzarli”.
Alcuni abitanti hanno già lasciato l’edificio, portando con sé valige, trolley e grandi sacchi di plastica. Altri hanno resistito per ore allo sgombero salendo sul tetto.
“Siete contenti ora? Ci avete trattato peggio dei cani. Adesso ci cacciate via”, si è sfogata una donna su una sedia a rotelle, tra gli sgomberati dalla ex scuola di via Capranica a Roma, verso i funzionari della polizia.
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