Sgombero Primavalle, la foto del bambino con i libri in mano è un simbolo
Sgombero Primavalle foto bambino – Il bambino tiene in braccio i libri e ha lo sguardo di chi è stato tradito. Dietro di lui, un poliziotto lo osserva.
Non è un caso se la foto scattata da Massimo Percossi dell’Ansa è diventata il simbolo dello sgombero dell’ex scuola occupata di via Cardinal Capranica, a nordovest di Roma, dove vivevano secondo le associazioni 340 persone tra cui decine di minori.
La polizia, gli elicotteri, le sassaiole, la nube di fumo nero che si alza sopra Primavalle, quante cose devono aver visto in una sola notte, in una sola mattinata gli occhi di quel bambino. E chissà cosa penserà in futuro ricordando quel momento, chissà se proverà disagio quando vedrà la polizia – anziché sentirsi protetto – chissà se la sensazione di spaesamento lo coglierà anche solo nel sentire un elicottero in lontananza, come si è chiesto Giuseppe De Marzo, coordinatore della Rete dei Numeri Pari nell’accorata intervista di ieri a TPI.
Costretto ad abbandonare quella che fino a ieri reputava casa, quel bambino ha scelto di portare tra le braccia dei libri.
Rovinati, un po’ ingialliti. Forse sono libri di scuola, magari di seconda mano. O forse sono semplicemente i suoi libri preferiti.
Probabilmente non lo sapremo mai. Ma quei libri sono diventati un simbolo perché sembrano la giusta risposta alla barbarie che si è compiuta ieri e che ha lasciato persone, famiglie, senza un tetto sopra la testa oppure le ha costrette ad accettare soluzioni che – se anche non divideranno i nuclei familiari, come sostenuto dall’Assessora alle politiche sociali di Roma Laura Baldassarre – intaccheranno le loro consuetudini, il loro mondo.
Erano circa ottanta i minori presenti a via Cardinal Capranica, nella scuola occupata dal 2003, e molti frequentavano le scuole della zona, come hanno fatto sapere le associazioni che ieri si sono mobilitate contro lo sgombero senza soluzioni degne. Cosa stanno facendo a quei bambini? Cosa stiamo facendo?
Riusciranno a tornare dai loro compagni, dalle loro maestre? E, se lo faranno, avranno addosso il “marchio infame” dello sgombero subito?
Ecco perché i libri della foto sembrano la giusta risposta. È dai libri, dall’istruzione, dalla cultura, che si impara a inquadrare le cose nella giusta prospettiva.
Sarà grazie ai libri forse, un giorno, che quel ragazzino capirà che la povertà non è una colpa, come molti sembrano pensare. Forse sarebbe il caso che lo capisse anche chi oggi siede nei palazzi delle istituzioni.
Tieniti stretto quei libri, piccoletto, sono loro che fanno la nostra forza.
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