Roma, raduno fascista per ricordare il “camerata” Cecchin | VIDEO
Un raduno fascista in pieno giorno in piazza Vescovio, all’incrocio di via Montebuono, nel quartiere di corso Trieste a Roma. Una cinquantina di persone, nella giornata di ieri, martedì 16 giugno, e davanti a un murales con sopra una croce celtica, hanno ricordato con saluti romani il “camerata” Francesco Cecchin, morto il 16 giugno del 1979 all’età di 17 anni, dopo 19 giorni di coma in seguito a un agguato avvenuto proprio in quel quartiere nella notte tra il 28 e il 29 maggio.
Secondo Giulio Mastrorilli, un residente di corso Trieste che ha segnalato la manifestazione alle autorità, “è da anni che si svolge questa manifestazione” e quest’anno “ci sono andati più leggeri”, a causa delle norme per il Coronavirus: “Le altre volte erano molti di più e facevano molto più chiasso”, dice.
Questa volta, il giovane ha deciso di telefonare alle Forze dell’ordine per notificare la situazione: “Ho contattato i carabinieri due volte per segnalare loro che ci sarebbe stata nella giornata di martedì una manifestazione dove diversi individui avrebbero fatto sfoggio di simbologia fascista. L’ho fatto perché, a quanto mi risulta, in Italia esiste il reato di apologia del fascismo. Mi è stato risposto che non possono fare nulla e che è tutto perfettamente legale”.
Secondo la Corte di Cassazione, in effetti, fare il saluto romano per commemorare un defunto non è reato. “Lo trovo scandaloso – osserva il ragazzo – perché si tratta comunque di apologia di fascismo. In altri Paesi, come in Germania, fare gesti simili porta al carcere ed è perseguibile legalmente”. Il giovane ha infine sottolineato un particolare: “La croce celtica usata per la loro commemorazione si trova su un edificio in cui si trova un fruttivendolo gestito da stranieri. È paradossale”.
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