I giudici della seconda sezione penale del tribunale di Roma hanno condannato a quattro anni di reclusione Giuliano Castellino, il leader romano del movimento di Forza Nuova.
La sentenza è stata emessa nell’ambito del processo scaturito in seguito agli scontri al Trullo, nel Municipio XI di Roma, avvenuti nel settembre 2017. In quei giorni, infatti, era in corso lo sgombero di una casa popolare, occupata abusivamente e assegnata invece a una famiglia eritrea che ne aveva diritto.
Un gruppo di manifestanti di Forza Nuova, tra i quali proprio Castellino, si resero protagonisti di una serie di scontri con i vigili urbani e la polizia, allo scopo di impedire lo sgombero dell’appartamento.
Negli scontri al Trullo rimasero feriti due vigili urbani e un poliziotto, colpiti al volto da alcuni sampietrini lanciati dai militanti di estrema destra. In quell’occasione, Castellino e altri tre uomini furono arrestati con l’accusa di resistenza, violenza, lesioni a pubblico ufficiale e manifestazione non autorizzata.
Nella giornata di oggi, lunedì 15 luglio 2019, è arrivata la sentenza del tribunale di Roma. Sono in tutto quattro le condanne, tutte comprese tra i tre anni e quattro mesi e i quattro anni di carcere.
In aula, nel momento della lettura della sentenza, era presente Roberto Fiore, leader nazionale di Forza Nuova. Con lui lo stesso Castellino, che ha rivolto il saluto romano agli altri militanti presenti in aula prima di essere portato via.
Qualche mese fa, Giuliano Castellino si era reso protagonista di un altro atto di violenza. Il 7 gennaio, in occasione della commemorazione dei morti di Acca Larentia (l’omicidio del 1978 in cui persero la vita due attivisti del Fronte della Gioventù), insieme a Vincenzo Nardulli di Avanguardia Nazionale aveva aggredito il giornalista de L’Espresso Federico Marconi e il fotografo Paolo Marchetti al cimitero del Verano, sempre a Roma.
Per quell’aggressione, Castellino è stato arrestato lo scorso 28 marzo.