Alessandra De Camilli ha 51 anni e viene da Schio: è una delle sopravvissute al crollo della Marmolada che domenica 3 luglio era salita in vetta per una escursione. Il suo compagno, Tommaso, però, alpinista esperto, non ce l’ha fatta. “Pensare che giorni fa mi aveva detto che luglio non è il mese adatto per andare sui ghiacciai, per il caldo. Non capisco perché ci sia andato… è una cosa che mi tormenta”, ha detto la madre all’Arena. Dopo aver appreso della morte del compagno gli ha dedicato un post sui social. “Ti amo Tommaso. Sempre e per sempre. Sto malissimo ma sono viva. Grazie di essermi vicini”, ha scritto De Camilli su Facebook.
La sua è solo una delle storie dei sopravvissuti “per miracolo”. Tra questi c’è quella di Davide Carnielli, che i genitori avevano dato per dispersi fino a ieri. Ora lo hanno ritrovato grazie a una foto mostrata nella foresteria del centro della Protezione Civile di Canazei dopo l’incontro con il premier Draghi dal governatore della Regione Veneto Luca Zaia. Carnielli si trova in terapia intensiva all’ospedale di Treviso, in prognosi riservata.
“Guardate, in ospedale c’è un ferito che nessuno riesce a identificare perché con sé non aveva documenti. Mi dicono che è straniero, non è che qualcuno di voi lo riconosce da questi particolari?”, aveva detto Zaia. I genitori hanno così riconosciuto il buco del piercing nel lobo dell’orecchio, e dopo l’esame del gruppo sanguigno non hanno avuto più dubbi: il ragazzo della foto era il “loro” Davide. Ora si trovano con lui. Una storia che secondo il governatore del Veneto rappresenta “uno squarcio di speranza in una vicenda dolorosissima”.
Solidarietà alla famiglia anche da Mauro Stenico, sindaco di Fornace, in provincia di Trento, dove Davide è consigliere comunale per la stessa lista civica. “È una persona splendida e anche per noi è un amico ritrovato”, ha raccontato al Corriere della Sera. “Capisco la gioia dei genitori se per giorni ti dicono che tuo figlio è disperso e poi lo ritrovi, seppure in ospedale, è chiaro che hai già qualcosa a cui aggrapparti”, ha aggiunto. Ad attenderlo anche le due sorelle, Alessia e Valeria.
Ritrovato anche Riccardo Franchin, ingegnere di 27 anni, che è riuscito a sfuggire alla valanga. “Quando ho sentito il boato ho avuto il tempo di girare gli occhi e quella massa informe già ci veniva addosso. Ho preso a correre, poi sono caduto e sono svenuto”, ha raccontato. È rimasto ferito e ora dovrà affrontare un percorso di recupero, ma rispetto a chi era in gruppo con lui può considerarsi “miracolato”: due dei tre compagni di cordata hanno perso la vita, un altro risulta ancora disperso.
Franchin dall’ospedale continua a chiedere di loro. “Pensa di essersi salvato perché in quel momento non era legato. Si stavano preparando per salire, erano ancora ai piedi del ghiacciaio”, ha spiegato al quotidiano il padre, Mauro. Ma “è solo fortuna se quei blocchi di ghiaccio hanno colpito in pieno i compagni e lui sia stato solo sfiorato”, ha aggiunto.