“Con l’arrivo del primo lockdown, il mondo ci è franato addosso. Una mattina ci siamo svegliati poveri. Il giorno prima, ogni volta che potevamo aiutavamo alcuni amici in difficoltà. Il giorno dopo ci siamo trovati a dover bussare alla porta di una chiesa per dare da mangiare ai nostri figli”. A raccontarlo alla giornalista di Repubblica Viola Giannoli sono Maria Grazia e Francesco, una giovane coppia che vive con i due figli in un appartamento in affitto a Quarto Oggiaro, periferia a nord-ovest di Milano, e che è stata duramente colpita dalla crisi innescata dalla pandemia di Covid 19.
Maria Grazia, 34 anni, lavorava come commessa in un panificio, mentre il compagno Francesco, 40 anni, lavorava come cameriere e da un anno è in cassa integrazione. Come raccontano loro stessi, la loro era una famiglia semplice fino a un anno fa, ma nulla era mai mancato in casa per loro e per i figli. “Con il lockdown siamo precipitati a reddito zero“, racconta la coppia. “Negli anni eravamo riusciti a risparmiare duemila euro. Per tre mesi siamo andati avanti con quelli. Quando i soldi sono finiti, siamo entrati nella parrocchia di San Nazzaro e Celso per far mangiare almeno i bambini”.
Dopo la crisi Covid, Maria Grazia ha iniziato a fare le pulizie e Francesco consegna i pasti a domicilio (“da aprile mi trascino tra il letto e il divano, ucciso dalla vergogna di non avere i soldi per pagare luce e gas”, racconta). Coi lavoretti, riescono a mettere insieme 800 euro al mese. “Tolte tutte le spese, ne restano 8 al giorno per mangiare”, sottolineano.
Ora che in Lombardia si tornerà alla didattica a distanza, la figlia maggiore della coppia, 9 anni, può seguire le lezioni solo attraverso lo smartphone della madre. “Il mio cellulare è l’unico strumento che la tiene in contatto con i compagni”, dice Maria Grazia, “piuttosto di spegnerlo, rinuncio a mangiare“.
“Due mesi fa”, racconta la coppia, “dopo che non riuscivamo a pagare le bollette elettriche, ci hanno abbassato il voltaggio e si riusciva a malapena ad accendere la luce di sera. Stavano per tagliare la corrente, non potevamo più usare la lavatrice. La bimba ha chiesto perché lavavamo i vestiti nel lavandino: abbiamo risposto che c’erano problemi di acqua nel quartiere”.
Secondo l’Istat, nel 2020 sono 335mila le famiglie in più che vivono in povertà assoluta in Italia: un record da 15 anni. Secondo le stime preliminari, nel 2020 le famiglie in povertà assoluta sono state oltre 2 milioni (il 7,7 per cento del totale, da 6,4 per cento del 2019). A Milano, nel 2020 sono cresciute del 121 per cento le richieste alimenti alla Caritas Ambrosiana, che ha fornito aiuti alimentari complessivamente a 10.615 famiglie durante l’anno in cui è scoppiata la crisi Covid.
Leggi anche: 1. Disuguaglianze: ricorderemo il 2020 come uno degli anni peggiori (di Alessandro Sahebi) /2. Covid, il colpo di grazia per il benessere degli italiani: aumentano le disuguaglianze e preoccupa il 2021 /3. Altro che rider più ricchi in tempi di Covid: quanto guadagnano (davvero) i lavoratori del delivery /4. In Italia per la crisi Covid ci sono 5 milioni e mezzo di nuovi poveri
Leggi l'articolo originale su TPI.it