Crisi Covid, la coda in strada a Milano per un pacco di cibo | FOTO
Una coda lunghissima che si snoda per decine di metri costeggiando l’università Bocconi per arrivare in viale Toscana davanti alla sede di “Pane quotidiano”, l’organizzazione che a Milano distribuisce aiuti alimentari alle persone in difficoltà.
È una fila fatta di uomini, donne, anziani, famiglie con bambini, ma anche giovani. Italiani e stranieri. Persone che con dignità aspettano il proprio turno per ricevere un pasto caldo, vestiti, la spesa.
Sono immagini che arrivano dritte al cuore. Foto che sbattono in faccia a tutti noi la drammatica crisi legata al Covid che ha colpito il nostro Paese, riducendo sul lastrico milioni di famiglie italiane. Negli ultimi mesi il fenomeno ha avuto un incremento, che ha reso sempre più utili le iniziative delle associazioni di volontariato come quella di “Pane Quotidiano” a Milano.
Si tratta di 1,9 milioni di famiglie italiane che secondo l’Istat quest’anno non riusciranno a soddisfare i bisogni primari, come due pasti caldi al giorno. Questi quasi due milioni vanno a sommarsi ai 3 milioni e mezzo di nuclei già presenti alla fine del 2019. Un dato impressionante: 5 milioni e mezzo di poveri in Italia.
Se aggiungiamo i poveri “relativi”, chi in una coppia non può permettere spese per mille euro o poco più al mese, l’eredità per il 2021 è un totale di oltre 14 milioni di poveri.
Un milione e 137 mila persone sono sotto i 18 anni. Save the Children parla di fame vera, assenza di cure sanitarie e di un’istruzione a intermittenza. E la didattica a distanza ha peggiorato le cose: senza le mense scolastiche e l’istruzione garantita una fascia di popolazione giovane è davvero in pericolo.
Un punto rilevante è che chi si è rivolto ad associazioni e centri di aiuto durante la pandemia non lo aveva mai fatto prima. Tra aprile e maggio la rete Caritas ha registrato 446 mila richieste di aiuto per altrettante famiglie in crisi, scese poi in estate a 176 mila.
“Quasi i due terzi dei beneficiari sono italiani, un dato capovolto rispetto all’ordinario”, spiega De Capite, autrice del rapporto Caritas. Chi sono? Persone che hanno perso il lavoro, a cui non arriva la cassa integrazione, che non posso permettersi tutti i figli sempre a casa.
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