Secondo il virologo Andrea Crisanti “i numeri non giustificano le riaperture”. Il direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova polemico sulle decisioni del governo: “Vorrei capire cosa è stato calcolato e ragionato, quanti morti siamo disposti a tollerare”.
E ancora, intervistato da Radio Capital, attacca il Comitato Tecnico Scientifico: “Siamo governati da persone che non hanno gli strumenti conoscitivi giusti”, dice. E sul Cts aggiunge: “Nel primo non c’erano persone competenti, nel secondo i competenti sono in minoranza”.
L’annuncio delle riaperture dal 26 aprile mentre i dati di morti e contagi da Covid restano alti e la campagna di immunizzazione resta condizionata ai ritardi nelle consegne dei vaccini e all’organizzazione delle somministrazioni da parte delle regioni, preoccupa gli esperti, contrari alla ripresa di attività che consentono anche un parziale ritorno alla vita. Della stessa idea di Andrea Crisanti ci sono infatti anche Massimo Galli, direttore delle Malattie infettive al “Sacco” di Milano e docente alla Statale, e il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza. Tutti all’unisono avvertono che l’epidemia, con l’allentamento delle restrizioni può ripartire.
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