A giugno mezza Italia potrebbe ritrovarsi in zona bianca. Tutto grazie al miglioramento su base settimanale dei dati dell’epidemia di Covid, che potrebbe portare almeno 12 regioni a ridurre al minimo le restrizioni.
I primi territori a passare in zona bianca dovrebbero essere Friuli Venezia Giulia, Molise e Sardegna, il cui cambio di colore è previsto già martedì 1 giugno. La settimana successiva, a partire dal 7 giugno, dovrebbe poi toccare ad Abruzzo, Veneto, Umbria e Liguria. A metà del prossimo mese invece potrebbero ridurre al minimo le restrizioni anche Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte e Puglia.
Le previsioni dei dati epidemiologici in queste regioni per la settimana tra il 20 e il 27 maggio indicano un’incidenza intorno ai 50 casi ogni 100mila abitanti, soglia sotto cui scatta il passaggio in zona bianca. Grazie alla riduzione progressiva dei casi di contagio, in un paio di settimane questi territori potrebbero riuscire a ridurre al minimo le restrizioni anti-contagio.
La preoccupazione del governo riguarda però il cosiddetto “effetto Sardegna“, che dopo essere passata in zona bianca a marzo registrò un aumento dei casi tale da determinare il ritorno in zona arancione e rossa. Per scongiurare il rischio di un repentino innalzamento delle restrizioni nelle regioni finite in fascia bianca sono al vaglio una serie di nuovi provvedimenti.
L’ipotesi della zona bianca rafforzata
In fascia bianca valgono solamente le norme di comportamento, ovvero l’obbligo di indossare la mascherina e di rispettare il distanziamento sociale e per arrivarci è necessario che un territorio registri un’incidenza inferiore ai 50 casi ogni 100mila abitanti per tre monitoraggi settimanali consecutivi. Proprio per evitare il cosiddetto “effetto Sardegna“, il governo e le regioni pensano a una zona bianca rafforzata.
Le nuove restrizioni entrerebbero in vigore qualora si registri un aumento dell’incidenza dei contagi che superi i 50 casi ogni 100mila abitanti, fissando il coprifuoco alle ore 24, introducendo l’obbligo di consumare soltanto seduti ai tavolini di bar e ristoranti all’aperto e senza sostare in piedi davanti ai locali e consentendo inoltre ai territori di rientrare in questa fascia senza dover aspettare necessariamente tre settimane, qualora i dati lo consentano. Queste misure saranno valutate oggi dalla Conferenza delle Regioni.